La realtà è altro dalla rappresentazione [di Carlo Melis]

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Purtroppo non ha avuto torto Aldo Canalis quando il 26 maggio, a qualche giorno dalle amministrative, ha ragionato  in questo sito sullo “stagno che investe la  sinistra e la Sardegna”. Era un tentativo di ovviare alla rinuncia “a descrivere la politica e l’assenza di politiche” diffusa tra giornalisti ed intellettuali. Per trovare qualcuno indipendente infatti devi accendere tutti i fari.

Per trovare poi intellettuali che abbiano il coraggio di essere tali devi invocare il sole. Bisogna stare attenti e guardinghi perché altrimenti “sei segato da tutto” dice un amico accademico. La nomenklatura di incarichi, progetti, candidature fa scoprire che tutto si tiene. Nulla esiste fuori dai cerchi magici. Chi è allora che deve fare opposizione o un briciolo di analisi in una fase in cui il PD si sta squagliando e a Cagliari  sopravvive SEL, inesistente altrove, che appena fuori dalla città si contrappone al partito di maggioranza?

Chi si permette di porre domande è considerato fuori di testa dai tifosi. Questi non hanno realizzato che a Cagliari il sindaco stavolta  ha vinto con meno voti di quelli che ha preso al primo turno nel 2011 e che è aumentato l’astensionismo. Si tratta di un gruppo che crede che l’opinione pubblica non sappia che c’è stato un cospicuo soccorso da destra. Che cosa sono i voti portati dal PsdAz di Gianni Chessa?  Non a caso si è presentato subito all’incasso.  Per tacere dei voti arrivati dalle faide della destra: l’intervista ad un’esponente di Forza Italia lo conferma.

Si tratta della raffigurazione plastica del trasformismo che altera persino la rappresentazione della realtà. Che dire delle “narrazioni” della stampa nazionale su Cagliari dopo averla silenziata per tutta la campagna elettorale? Per comodità e pigrizia molti giornali non hanno realizzato che si tratta di conservatorismo politico difficile da sradicare. Che dire inoltre del silenzio del PD sul fatto che è quasi del tutto sparito nel nuorese, sua storica roccaforte, o dei paradossi di Monserrato, di Sinnai, Quartu?

Il modello Cagliari? Bisogna avere il coraggio di dire che si tratta della realizzazione del vero Partito della Nazione. Luciano Uras e Massimo Zedda sono riusciti laddove Renzi ha fallito. La differenza è che lo hanno fatto sotto traccia perché in Sardegna la doppia verità è legge. Ci insegnano da piccoli che la realtà è altro dalla rappresentazione.

Chiudo facendo mia una frase di Canalis “la grandezza e la forza di un uomo o di un gruppo politico si vedono dalla capacità di rialzarsi”. Speriamo che il Pd o   quel che è rimasto, dalla sconfitta diffusa e dalla vittoria di Pirro di Cagliari riparta. Auguri!

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