A proposito delle considerazioni sull’ Ospedale Merlo di La Maddalena [di Luigi Arru]

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Spettabile Redazione, Carissimi Redattori, Chiedo cortesemente la possibilità di intervenire per commentare l’articolo dal titolo “Una politica regionale che ha pienamente palesato la sua inadeguatezza [di Marina Spinetti]”.

Non entro nel merito del giudizio della Signora Spinetti sulla politica regionale  inadeguata, vorrei solo cercare di argomentare su fatti specifici che riguardano la sanità. Non capisco il significato di mettere insieme Mater Olbia con Ospedale Merlo di La Maddalena. La Giunta Pigliaru ha deciso di affrontare il problema del San Raffaele, che aleggiava sui cieli della Gallura, rispondendo ad un problema nato non con la giunta Pigliaru ma molti anni fa. E importare utilizzare i dati storici.

Ho sempre avuto contatti con altri popoli, come medico, viaggiando all’estero in Europa e negli Stati Uniti, orgoglioso di essere sardo, orgoglioso della “u” finale del mio cognome, confrontandomi con tutti con pari dignità con la schiena dritta, senza favorire “neocolonialismi”, e così ho fatto con i rappresentanti del Qatar, chiedendo che la soluzione di un problema si potesse trasformare in un opportunità per la Gallura e per la Sardegna, cercando di trovare una soluzione per recuperare la mobilità passiva (bassa in Sardegna perché solo del 4%)  che riguarda prevalentemente persone provenienti dalla Gallura che si rivolgono a centri di alta specialità del nord Italia per gravi patologie che richiedono cure di alta specialità.

Posso assicurare che sto cercando di fare assessore di tutti i Sardi, superando una politica sanitaria dettata dalla residenza dell’assessore di turno, politica sanitaria “spontaneistica” e “spintaneisca”. Ultimo atto programmatorio valido della Sardegna é del 1998, perché il Piano Sanitario della Giunta Soru ha visto bloccata la parte sulla rete ospedaliera per un ricorso al TAR.  Dal 2006 é cambiato il mondo, nuove norme sono state rilasciate e non sono state recepite dalla Sardegna, mettendo da parte la crisi finanziaria del 2007.

Nuovi bisogni sanitari sono emersi, un importante cambiamento demografico sta avvenendo che richiede risposte immediate ma anche programmazione per i prossimi anni. La proposta della Giunta regionale sulla Rete Ospedaliera pre-approvata  nel 2015, aperta al dibattito pubblico( ho affrontato oltre 40 dibattiti e confronti in tutta la Sardegna) é stata approvata in maniera definitiva  dalla giunta nel febbraio 2016 e trasmessa al consiglio regionale. la proposta quindi é in attesa di essere approvata e quindi non ha efficacia, continuiamo quindi con il modello 1998!!

La proposta della Giunta fa una proposta partendo dai dati epidemiologici, dati demografici. geografici e dai dati sull’utilizzo degli ospedali in Sardegna. i dati elaborati dalla Regione documentano che come utilizzo la Sardegna é ultima in Italia come utilizzo dei 29 ospedali, cioè lo usiamo per patologie a bassa media complessità e per tempi superiori alla media. Per questo servizio spendiamo oltre il 50% del budget assegnato in finanziaria, ossia un miliardo e mezzo di euro!! Un’altra misurazione quella effettuata per il PNE ( Piano Nazionale Esiti) documenta che in troppi ospedali siamo sotto le soglie di sicurezza e qualità stabiliti dalla comunità scientifica. proprio perché medico ho ben presenti i dati scientifici, che guidano la mia azione per garantire pari opportunità a tutti i sardi.

Dai dati demografici ed epidemiologici é partita la proposta di programmazione, che accentra quando é necessario per garantire le specialità così dette a bassa diffusione per poter avere i numeri necessari, per poter rispettare una regola detta volume esiti, cioè maggiore é la casistica migliori sono gli esiti clinici. Nelle specialità ad alta diffusione é stata garantita la logica della prossimita territoriale.

La delibera della Giunta applica articolo 3 che permette di adattare al contesto regionale le norme previste nel decreto ministeriale 70, tanto che non chiudiamo nessun piccolo ospedale. Assicuro che la base dei nostri ragionamenti sono gli obiettivi di salute e non ragionamenti ragionieristici. se non fosse così avremmo dovuto chiudere un ospedale che produce servizi per 3 milioni e riceve 14 milioni dalla Regione!! Nessuna gestione potrebbe andare avanti con questi numeri, ma ripeto il nostro obiettivo é garantire qualità e sicurezza.

Spero di essere dotato di buonsenso quanto meno quanto l’autrice dell’articolo, ma quel che mi ha guidato nella mia vita é sempre stata l’idea del”civil servant”, quando si affrontano problemi di questa complessità, per cui cerco di obbedire e di essere accondiscendente dopo aver studiato e ragionato. Pur da tecnico della giunta vorrei ragionare se il percorso del politico di un assessore debba essere quello di uno specialista della materia oppure siano richieste altre caratteristiche, ma questa é una altra storia.

Andiamo però al vero obiettivo della lettera sull’ Ospedale Merlo de la Maddalena. Il punto cruciale del dibattito é la permanenza del punto nascita. Secondo quel che é previsto dall’organizzazione Mondiale della sanità ( OMS) i punti nascita devono avere una soglia di mille parti. il ministero della salute ha introdotto una deroga proponendo i 500 parti. perché questi numeri? Perché pur essendo la gravidanza un evento fisiologico con esito normale nel 98% dei casi nell’altro 2% si complica con eventi acuti, drammatici, che richiedono equipe che siano competenti nel gestire in modalità multispecialistica la complicanza.

Un’ equipe stanziale in un punto nascita con 60 parti non si crede secondo le norme scientifiche possa affrontare eventi molto spesso “catastrofici”. I criteri scientifici suggeriscono che più specialisti e servizi di supporto siano pronti a gestire queste reali emergenze. Come assicurare il diritto alla scelta e la sicurezza richiesta dalle norme scientifiche?

Anche in questo caso ci siamo affidati ad analisi dei dati epidemiologici, alla geografia( valutazione dei bollettini meteorologici) all’intervista di piloti esperti in elitrasporto ed elisoccorso, sia locali che esperienze lavorative in  altre regioni (Sicilia, Toscana). l’associazione delle sanità isole minori italiane prescrive elisoccorso, con elicotteri HEMS, cioè con elicotteri autoambulanza, con copertura H24, che questa giunta ha deciso di adottare con bando europeo, con sede elicottero ad Olbia.

Gli specialisti ci dicono che il trasporto da La Maddalena ad Olbia possa essere effettuato in 10-15 minuti di volo. Gli stessi specialisti affermano che a seconda dell’elicottero sono rari i giorni con condizioni meteorologiche che impediscono il volo. Accettiamo pure  le osservazioni delle frequenti “maestralate in fumo”, la proposta potrebbe essere quella di far partire anticipatamente, in base alle previsioni meteorologiche, un equipe dalla ginecologia di Olbia, dove attualmente si effettuano oltre 1000 parti/anno, quindi si hanno tutti gli standard di competenza.

Come avviene per le 30 donne di Carloforte che partoriscono ogni anno, si propone la garanzia di un percorso nascita, con monitoraggio per nove mesi, preparazione al parto e spostamento ad Olbia, a carico ATS. Se l’ospedale è unica garanzia per diritto alla salute allora la Sardegna sta negando un diritto alla salute  alle 30 donne di Carloforte!

Proprio alla luce dei dati demografici, epidemiologici e all’uso dell’ospedale di La Maddalena, che ripeto nessuno vuole chiudere, si fanno delle proposte. E sorprendente che nessuno si metta il problema delle patologie acute più frequenti, cioè delle patologie tempo-dipendenti( infarto miocardio, ictus, politrauma), che devono avere risposte tempestive, ebbene nella proposta della Regione si cerca di dare risposte ai bisogni della popolazione, tenendo anche  conto della stagionalità con aumento dei turisti.

La proposta parte dalle cure primarie (Casa della salute a Padule), all’ospedale con i servizi di emergenza rinnovati e alla cronicità per garantire i LEA, rispettando le indicazione del documento della conferenza regioni) che finalmente questa giunta ha deciso di riprendere a monitorare dopo che il tavolo nazionale era stato abbandonato da giunte molto migliori della nostra. E in base ai dati ripeto facciamo atti di programmazione cercando di garantire tutti sardi, colmando vuoti e superando egoismi localistici e non pensando ai prima di tutto ai soldi e che in ogni caso servono per pagare gli stipendi e i fornitori !!

Vorrei che si valutassero gli atti programmatori e si giudicasse su questi documenti e sulla loro applicazione, arrivando a giudizi anche negativi, ma esprimere giudizi senza conoscere i fatti fa male alla politica e alle istituzioni.

*Assessore Igiene e Sanità e assistenza sociale della Regione Sardegna

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