I giovani incontrano la memoria [di Maria Antonietta Mongiu]

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L’Unione sarda 29 marzo 2017. Il meraviglioso stupore del dialogo tra i ragazzi e un Premio Nobel .“At memoria minuitur…nisi eam exerceas“ (ma la memoria diminuisce se non la eserciti), si legge nel “Cato Maior de senectute”.  Cicerone lo scrisse nel 44 av. C. ma non lo salvò, l’anno seguente, dai sicari di Antonio. Dialogo colto quanto struggente, ambientato  nel 151 av. C., in cui un ottantenne, Catone il Censore, conversa con due giovani, Gaio Lelio e Scipione l’Emiliano.

Non è l’elogio del rimpianto quanto dell’esperienza e dell’urgenza di trasmetterla. La relazione intergenerazionale infatti fonda e connota la civitas ovvero una comunità che voglia essere urbana e non periferica a se stessa. Perché, al di là di rappresentazioni propagandistiche, accade, sempre più spesso, al cuore delle città di diventare  maleodoranti e chiassose periferie.

Questo destino non ci impedisce di interrogarci se il meraviglioso stupore del dialogo ciceroniano possa mai capitare in piena contemporaneità. Una mattina di primavera l’abbiamo visto succedere alla parte migliore della civitas.

Cosa mai è stato altrimenti l’incontro  tra un gigante del pensiero e un gruppo di adolescenti, domenica 26 marzo? Eric Kandel, ha scoperto la memoria, profonda e densa, di un pezzo di Cagliari grazie ai ragazzi e alle ragazze delle Giornate Fai di Primavera in Piazza Palazzo.

Sono prova esemplare dell’eternità del “Cato Maior” ma pure delle teorie per cui Kandel ha vinto il Nobel nel 2000. Con migliaia di cittadini, si sono fatti essi stessi paesaggio con la bellezza della giovinezza e la passione per la memoria.

Le loro narrazioni significano che abitano i luoghi con consapevolezza. E’ questa che rende ancora possibile il dialogo tra adolescenti e un ottantenne.

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