La politica è anche un esercizio di stile [di Marcello Fois]

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L’orrendo modo in cui è stata defenestrata Francesca Barracciu dalla stanza della competizione elettorale per la Regione Sardegna la dice lunga sullo stile tribale e cannibale dell’attuale dirigenza del PD Sardo. E la dice lunga su quanto i modelli di politica viscerale, populista ma lobbystica, abbiano attecchito anche nello stile di chi ufficialmente quei modelli avrebbe dovuto combattere.

Qualunque errore tattico abbia fatto la candidata designata dalle primarie, e ne ha fatti, non giustifica la cialtroneria con cui è stata licenziata dal suo compito. Si poteva applicare la regola principale sancita dalla scuola di Harward in merito alla mediazione che indica come stabile un accordo che accontenta entrambe le parti. Si poteva cioè partire dallo standard incontrovertibile che Francesca Barracciu era stata indicata da migliaia di elettori paganti e offrirle quello che gli inglesi chiamano goldenbridge, ponte d’oro, cioè un’alternativa accettabile, quindi non umiliante, per il suo, evidente, sacrificio. Va da sé che un accordo che annichilisce in questo modo la vincitrice delle primarie non può produrre, nell’immediato futuro, niente di buono.

La politica è anche un esercizio di stile perché, pensano i veri politici, dallo stile che si esprime nelle fasi preliminari deriva gran parte del proprio stile di governo. Per questa ragione questo pasticciaccio, che apparentemente ha fatto male solo alla Barracciu, in definitiva farà male a chiunque abbia l’ardire di accettare di sostituirla. E’ il caso di Francesco Pigliaru, che accettando di mettere una pezza a questo strappo verrà percepito al massimo come “l’uomo che ha sostituito la Barracciu”.

Iniziando una campagna elettorale da posizioni lontanissime dal suo aplomb e dalla sua, finora intatta, credibilità. Se non altro perché, accettando questa candidatura in questo frangente, si dimostra d’accordo col metodo, non col motivo, che ha fatto strame della candidata precedente. Un destino che come a lui sarebbe capitato chiunque altro candidato di primo piano. E’ interessante a questo proposito considerare chi, nella élite del PD sardo, si è guardato bene dal pensiero stesso di candidarsi. Sempre per seguire Harward, ci si sarebbe dovuti prendere il tempo che occorre per “uscire al balcone”, cioè il tempo che occorreva per mandare a casa gli incompetenti, spiegare a Silvio Lai che avrebbe dovuto dimettersi un secondo prima della dismissione della Barracciu; suggerire a Pigliaru, che è l’uomo giusto nel momento sbagliato, di aspettare; considerare che nel PD sardo c’è un sacco di elettori straordinari che hanno già risolto in proprio quest’accrocchio delle regionali. 

Chi non capisce che, mentre sta giocando a Risiko come se avesse ancora un sacco di tempo prima delle elezioni, i suoi elettori si sono voltati altrove, evidentemente ha sbagliato mestiere. Giocarsi un pezzo da novanta come Pigliaru a poco più di un mese dalle elezioni, significa far correre i cento metri a un maratoneta. Il rischio è che la gente finisca per pensare a Ugo Cappellacci come il male minore, rispetto a un candidato che non ha spazio per esercitare il suo prestigio e che pare, per questo, eterodiretto. Come dopato. Ma tutto può accadere: Francesco Pigliaru vincente non è una brutta notizia. Neanche per Michela Murgia.  

Una pessima notizia sarebbe un PD che spreca un grande candidato perché, nel caso perdesse, considera replicabile l’opzione di passare altri cinque anni di ozii istituzionali, leggi pseudopposizione, con Cappellacci in cambio delle piccole concessioni locali, leggi presidenze, consulenze, segreterie, che ne conseguono. Significherebbe che il Partito Terzo Trasversale ha altri cinque anni per finire di papparsi quanto resta della misera torta spappolata che è diventata la Sardegna.

*L’opera nella foto è di Mirella Mibelli

7 Comments

  1. Luigi

    “La politica è anche un esercizio di stile” ma anche la lingua italiana.
    “…sullo stile tribale e cannibale”, forse sarebbe meglio scrivere …. sullo stile tribale e cannibalista”.

  2. Giovanni Scano

    Come in altri casi, forse più illustri, il consenso ricevuto non può giustificare il malcostume, se è vero che (più o meno) tutti hanno approfittato dei cosiddetti fondi ai gruppi.
    Secondo me, il candidato sostitutivo si sarebbe dovuto scegliere tra i partecipanti alle primarie.
    Tuttavia penso che Francesco Pigliaru sia un ottimo candidato.
    Adesso si tratta di vedere il programma e la squadra.

  3. MARCELLO FOIS

    Errata corrige: CANNIBALICO
    Quindi la frase andrebbe riletta: “stile tribale e cannibalico”.
    Chiedo scusa per l’errore.

  4. Fernando

    Quando si partecipa ad una competizione elettorale lo si dovrebbe fare per vincere, non in senso sportivo, ma perché si è portatori di un progetto che si crede possa contribuire alla crescita e allo sviluppo della comunità in cui si vive. Ogni partito e ogni movimento che si dica politico, dovrebbe intrinsecamente avere vocazione maggioritaria, altrimenti le idee, i modelli, le visioni, le utopie rimangono puro esercizio declamatorio.
    E’ quello che probabilmente succederà anche stavolta al Pd e a Sardegna Possibile di Michela Murgia, due partiti che condividono una base elettorale di estrazione culturale simile che hanno preferito sfidarsi (e andare a perdere) piuttosto che confrontarsi, discutere e scontrarsi al fine di unire le forze per vincere.

    La candidatura della Barracciu, se si sgombra il campo dall’ipocrisia, è sempre stata considerata inadeguata dagli stessi maggiori esponenti del partito di cui fa parte, e questo avveniva già al netto delle accuse di peculato.
    Il mio parere è che se il suo agire politico fosse stato realmente mosso da spirito di servizio piuttosto che da carrierismo, si sarebbe dimessa da sola senza aspettare che nessuno glielo imponesse a muso duro (es di esercizio di stile). L’etica impone che in alcuni casi si facciano dei passi indietro. La Barracciu è bene ricordarlo, è la stessa che non ha terminato il mandato di consigliere regionale per candidarsi alle europee.

  5. Alessandro

    Gentile Signor Fois, Le pongo una domanda e la pongo senza alcuno spirito polemico o preconcetto. Trova legittimo che chi ha espresso una valutazione positiva su una persona, in questo caso una candidata, lo possa fare con pienezza di scienza e coscienza delle condizioni date? Ovvero, se per qualche caso beffardo del destino sopraggiungesse una novità talmente forte da scombinare gli accordi che si presume stabili perché accontentano le parti ma che invece si rivelano, a posteriori, fondati su una evidente e clamorosa asimmetria informativa, è legittimo che quegli accordi siano denunciati e annullati? La politica è una questione di stile, concordo. E’ ciò che è mancato a molti, compresa nostra signora del mandrolisai. Un saluto cordiale.

  6. MARCELLO FOIS

    Alessandro, lei ha ragione in tutto e condivido in toto la sua sintesi. Sta di fatto che quella che lei chiama “novità” dirimente era cosa nota da tempo, perché la stavano esercitando in proprio, agli stessi dirigenti che poi, cadendo dal pero, hanno creduto di darsi una pubblica lavata crocifiggendo la Barracciu. Vede, la candidata in questione è stata vittima della stessa arroganza che ha esercitato. Ha fatto parte di un club esclusivo che, con lo stesso dispositivo usato a suo tempo per Soru, ora sta emarginando lei. Ma c’è un fatto incontrovertibile: Francesca Barracciu ha vinto le Primarie e da lì si doveva partire. E se il suo ipotetico reato non sarà considerato tale dai giudici ? Cioè se la ” novità talmente forte da scombinare gli accordi che si presume stabili perché accontentano le parti ma che invece si rivelano, a posteriori” fossero stati scombinati per una altrettanto “clamorosa asimmetria informativa”? In pratica che si fa se i giudici non dovessero procedere nei confronti di quella che pare essere l’unica a pagare nel PD? La faccenda è molto più semplice e non riguarda certo la posizione giudiziaria di Francesca Barracciu bensì la considerazione che i sondaggi la davano davvero in basso, tutto qui. Le assicuro che se la Barracciu fosse stata in pole position nei sondaggi tutto questo bel partito di stupefatti avrebbe fatto quadrato intorno a Lei.
    Con stima.

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