A proposito di Legge urbanistica: la risposta di Carrus (Segretario regionale Cgil) alla reazione “sopra le righe” dell’assessore Erriu [di Redazione]

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E’ davvero singolare la reazione sopra le righe dell’assessore Erriu che, anziché fare tesoro di quel che sta emergendo nel dibattito pubblico intorno alla sua legge urbanistica, arriva persino ad accusare gli altri di superficialità quando superficiale è la supponenza di chi bolla come pregiudizi le valutazioni altrui”: arriva a stretto giro la risposta di Michele Carrus alle affermazioni di Erriu, spunto per estendere il ragionamento sulla legge, che contiene persino molti più punti critici rispetto alle prime osservazioni anticipate sul periodico della Cgil L’Altra Sardegna.

Non posso accettare né richiami all’attenzione da riservare al lavoro né la liquidazione di argomenti serissimi con battute leggere” ha detto Carrus aggiungendo che “le mie  valutazioni, con pacatezza e apertura al dialogo, le faccio in ottima compagnia di tante associazioni, docenti, esponenti della politica e delle istituzioni: tutti quelli che sostengono la necessità di modificare il suo progetto di legge soprattutto nei punti nei quali si consentono indifferenziati premi volumetrici e interventi in deroga al Ppr e in cui si affida l’approvazione di grandi e importanti progetti di trasformazione del territorio, anche a prescindere dalla pianificazione degli enti locali, ad una procedura di valutazione della Giunta, la cui discrezionalità non può esser certo disciplinata soltanto dalle buone intenzioni e dall’onestà intellettuale di chi la compone”.  E fra tutti quelli che stanno intervenendo nel dibattito, “non sfuggirà certo a Erriu che lo stesso presidente della Giunta ha detto che il testo della legge è da emendare”.

Ma le critiche al testo da parte della Cgil vanno oltre, intanto alla possibilità di nuove volumetrie in corpi separati, sempre nella fascia dei trecento metri, e poi ai criteri non abbastanza stringenti nelle aree agricole: “L’edificabilità nelle zone agricole – ha detto Carrus – andrebbe assoggettata a maggiori vincoli di durata e destinazione d’uso, soprattutto nelle aree rurali a ridosso delle coste, se si vuole evitare il rischio della proliferazione di strutture residenziali convertibili ad altri usi dopo non molto tempo”.

E ancora: “Il ddl non fa menzione dei piani territoriali di coordinamento (a parte le funzioni della città metropolitana) e non definisce bene la modalità partecipativa delle comunità territoriali alla pianificazione sovracomunale (al di là dell’ambito delle Unioni dei Comuni o dei rapporti tra quelle limitrofe, che appaiono facoltativi), eppure servirebbero più riferimenti programmatici di scala territoriale, soprattutto per alcuni ambiti come reti e servizi infrastrutturali, snodi modali, porti e aeroporti, siti industriali, parchi e riserve naturali, parchi tematici”.

Oltre a questo Carrus considera “insufficienti gli strumenti partecipativi delle forze sociali e delle associazioni, sia in sede di monitoraggio e verifica sia di composizione degli organismi consultivi“.

In generale, secondo il segretario Cgil ”serve disponibilità e apertura al dialogo e non arroganza, perché in gioco ci sono interessi di tutti e delle generazioni future, e perché non è frutto né di superficialità né di pregiudizi se in tanti solleviamo dubbi su una proposta di legge che sembra rappresentare un rischio per l’assetto definito dal Ppr, una proposta importante perché affronta un grande tema su cui è persino urgente aggiornare norme e procedure, anche allo scopo di attuare lo stesso Ppr, ma sulla quale, proprio per questo, l’attenzione di tutti deve essere massima”.

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