Amministratori e amministratrici aderiscono al Referendum per l’inserimento del principio dell’insularità in Costituzione [di Roberto Frongia]

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La Sardegna si unisce intorno alla bandiera del principio di insularità! Mentre crescono le adesioni di importanti personalità al Comitato Scientifico, parte anche il Comitato degli amministratori e delle amministratrici. Sono già scesi in campo 70 sindaci ed  oltre 300 tra consiglieri/e e assessori/e comunali. L’iniziativa referendaria per l’inserimento del principio dell’insularità in Costituzione, lanciata soltanto da una settimana, trova in questi giorni spazi crescenti.

Tra i sindaci hanno già aderito Andrea Lutzu (sindaco di Oristano), Giuseppe Ciccolini (sindaco Bitti), Paola Zaccheddu (sindaca Laconi), Roberto Ragnedda (Arzachena), Giorgio Alimonda (Portoscuso), Antonello Cocco (Musei), Ivan Mameli (Barisardo), Roberto Uda (sindaco di Loceri), Diego Loi (Santu Lussurgiu), Antonio Cappai (Guamaggiore), Paola Secci (Sestu),  Flavia Loche (Tonara), Tomaso Locci (Monserrato), Giusepppe Fasolino (Golfo Aranci),Massimo D’Agostino (Bonorva), Massimo Cannas (Tortolì), Antonello Figus (Santa Giusta), Marco Falchi (Muravera), Costantino Tidu (Teti), Gianfranco Trullu (Perdaxius),Marco Pisano (Mandas),Giovanni Porcu (Irgoli), Domenico Gallus (Paulilatino), Andrea Piroddi (Ilbono),Maristella Lecca (vice sindaca Monserrato), Sandro Pili (Terralba), Claudio Pinna (Zeddiani), Martino Salis (Oliena), , Celestino Pitzalis (Tuili), Luca Pilia (Isili), Andrea Nieddu (Berchidda), Fausto Orrù (Gonnosfanadiga), Giovanni Santo Porcu (Galtelli’), Pietro Moro (Laerru), Gabriella Mameli (vice sindaca Selargius), , Vincenzo Cosseddu (Benetutti), Ester Satta (Olzai),Marco Atzei (Pompu), Mario Sassuolo (Siligo),Marco Floris (Siris), Andrea Santucci (Marrubiu), Serena Massa (Senis), Alessandro Scano (Decimoputzu), Pierandrea Deias (Nuxis), Giorgio Scano (Simala), Mauro Steri (Gonnosno’), Luciano Barone (Mamoiada), Antonio Diana (Stintino), Renzo Ibba (Morgongiori), Gianfranco Pinducciu (Telti), Gianni Orru’ (Busachi), Pierpaolo Sitzia (Gonnoscodina), Agostino Pirredda (Luogosanto), Elio Mameli (Villaspeciosa), Alessio Piras (Selegas), Franceschino Serra (Pau), Giovanni Daga (Nuragus), Antonello Pirosu (Villaperuccio), Antonello Demelas (Samugheo), Paolo Spezziga (Valledoria), Francesco Caggiari (Bortigali), Tito Loi (Osini), Pietro Arca (Sorradile), insieme a 312 amministratori comunali.

Scorrendo i nomi si recepisce un segnale forte e trasversale tra gli amministratori e le amministratrici locali il cui numero aumenta di ora in ora. La mobilitazione ha avuto una forte accelerazione a seguito dell’indizione dei referendum che si terranno in Lombardia e Veneto il 22 ottobre prossimo, finalizzati ad ottenere “particolari forme di autonomia” e maggiori risorse. Un evento di forte impatto politico, destinato a modificare radicalmente il sistema di ripartizione delle risorse tra le regioni italiane.

La Sardegna nella sua condizione di insularità ha uno svantaggio geografico permanente e grave, di cui la comunità nazionale sembra non accorgersi. Persino quella regionale e le sue rappresentanze istituzionali talvolta ne sottostimano le implicazioni. Da qui l’idea di portare il caso Sardegna all’attenzione del dibattito politico e dell’opinione pubblica nazionale attraverso un referendum sardo fondato su una intensa partecipazione e una diffusa presa di coscienza.

In prima linea dunque i sindaci e le amministrazioni locali con una risposta immediata, forte e entusiasta, da far sperare che a fine agosto avranno aderito la gran parte dei comuni della Sardegna.  La battaglia va al di là dell’appartenenza politica. Il positivo segnale che da ciò deriva porterà territori e comunità alla mobilitazione perchè il  riconoscimento dell’insularità in Costituzione è centrale per lo sviluppo della Sardegna.

Per questo qualsiasi strumento si possa mettere in campo per ottenere consenso è necessario perseguirlo con determinazione. Le adesioni, che seguono di pochi giorni la formazione del Comitato scientifico, servono infatti a radicare la battaglia Referendaria ai  diversi territori sardi.

L’obiettivo è conquistare molte decine di migliaia di adesioni, per riaffermare che essere isolani non significa essere isolati; non significa avere assistenzialismo ma pari opportunità, stessi diritti degli altri cittadini italiani. Nulla di più, ma neanche nulla di meno.

Per conseguire gli obiettivi l’impegno in tutta la Sardegna deve essere costante e determinato specie quando inizierà la raccolta delle firme prevista dai primi di settembre sino alla fine dell’anno.

* Coordinatore del Comitato referendario per l’inserimento del principio dell’insularità in Costituzione

 

 

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