Cagliari: 25 e 26 ottobre, Sala Capitini Sa Duchessa, Convegno internazionale su Pavel A. Florenskij nell’80° anniversario della morte [di Redazione]

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Nel 2017 cade l’80° anniversario della morte di Pavel Florenskij, uno dei maggiori pensatori del XX secolo, dalla vocazione davvero poliedrica: filosofo della scienza, fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, ma anche filosofo della religione e teologo, teorico dell’arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica, di simbologia e di semiotica, non a caso chiamato “il Leonardo da Vinci russo” e ricordato nell’enciclica Fides et Ratio di Papa Giovanni Paolo II come esempio significativo del fecondo incontro tra ricerca filosofica e scientifica ed esperienza di fede.

All’interpretazione critica e alla diffusione del suo pensiero in particolare in Europa e in Sud America hanno dato un grande contributo gli studiosi italiani che si sono occupati di lui negli ultimi dieci anni (soprattutto Natalino Valentini, Lubomir Žak e Silvano Tagliagambe).

In occasione di questa ricorrenza l’Università di Cagliari, in collaborazione con la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, organizza il 25 e 26 ottobre p.v., un Convegno internazionale Il pensiero polifonicodi Pavel Florenskij: una risposta alle sfide del presente e alle antinomie paralizzanti al quale prenderanno parte i maggiori studiosi a livello internazionale di Florenskij, sia di area russa, sia dell’Europa occidentale e del Sud America.

Ha organizzato le giornate cagliaritane un prestigioso Comitato scientifico comporto da: Silvano Tagliagambe, professore emerito di Filosofia della scienza, presidente del Comitato; S.E. Mons. Ignazio Sanna, arcivescovo metropolita di Oristano; Lubomir Žak della Pontificia Università Lateranense;Natalino Valentini dell’ISSR di Rimini e San Marino e dell’Università di Urbino; Mario Enrico Cerrigone, dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena; Pier Luigi Lecis, Direttore Dip. di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università di Cagliari.

L’intento è quello di dar vita a un accurato e rigoroso confronto scientifico sull’opera e la personalità di Pavel Florenskij, nel tentativo non soltanto di ricostruire attentamente le peculiarità del suo pensiero, ma anche di coglierne le potenzialità intrinseche come chiave interpretativa del tempo presente e futuro ed esempio di una cultura capace di affrontare, proprio per la sua natura polifonica, inter- e trans- disciplinare, la questione della complessità.

Per un verso si tratta di ridefinire in maniera rigorosa il legame di questa opera con la tradizione slavo-ortodossa all’interno della quale è maturata, per un altro verso è necessario rivolgere lo sguardo all’attualità di questo pensiero nel confronto con le più significative esperienze della cultura contemporanea nei diversi ambiti della conoscenza.

C’è un altro aspetto di rilievo per il quale Florenskij merita di essere ricordato come uomo, e non soltanto come pensatore. Contrariamente ai suoi amici e colleghi teologi al momento dello scoppio della rivoluzione d’ottobre e nei duri anni della repressione che ne seguirono non volle lasciare la sua patria ed emigrare, ma decise di rimanere nel suo paese per continuare a dare testimonianza del suo pensiero e della sua fede. Pagò questa scelta con la vita: venne arrestato con accuse del tutto infondate nel maggio del 1933 e fu fucilato l’8 dicembre del 1937, all’età di 55 anni, in un bosco vicino a Leningrado.

Come scrisse nella sua celebre commemorazione dell’amico scomparso il grande teologo, filosofo e scrittore Sergej N. Bulgakov, che aveva invece deciso di emigrare prima a Praga e poi a Parigi: “Padre Pavel non era solo un fenomeno di genialità, ma anche un’opera d’arte, l’attuale opera di padre Pavel non sono più i libri da lui scritti, le sue idee e parole, ma egli stesso, la sua vita”.

Come dire che l’attenzione andrebbe rivolta innanzitutto all’integrità luminosa della sua persona, all’esempio di coerenza che egli seppe dare e alla coraggiosa lotta per la libertà di espressione che egli continuò a condurre in patria in condizioni sempre più difficili e rischiose, per cui l’originalità e la genialità del suo pensiero, della sua vita e testimonianza, costituiscono un’unità indivisibile.

Nella sua filosofia vita e pensiero, fede e ragione, religione e cultura, parola e azione, sentire e comprendere, analisi e intuizione, invenzione scientifica e creazione artistica, comunicazione e azione costituiscono un’unica indissolubile realtà, un’unica totalità organica. In lui, di fatto, come sottolinea ancora Bulgakov, “si sono incontrate e, a loro modo unite, la cultura e la chiesa, Atene e Gerusalemme”, e una tale unione rappresenta in sé un fatto di assoluta rilevanza storica ed ecclesiale.

Di grande rilievo per comprendere questa sua testimonianza di fede nella libertà di pensiero sono le lettere da lui scritte dal gulag delle isole Solovki, uno dei più terribili luoghi di repressione della dittatura staliniana, pubblicate in italiano da Mondadori con il titolo Non dimenticatemi, e la raccolta delle pagine autobiografiche che cominciò a dedicare ai figli avvertendo il presentimento della sua tragica fine. In una lettera del 20 aprile 1937, pochi mesi prima di essere ucciso, scriveva: “La vita vola via come un sogno e spesso non riesci a far nulla prima che ti sfugga l’istante della sua pienezza. Per questo è fondamentale apprendere l’arte del vivere, tra tutte la più ardua ed essenziale: colmare ogni istante di un contenuto sostanziale, nella consapevolezza che esso non si ripeterà mai più come tale”.

Nonostante le missive venissero sottoposte a rigorosa censura, l’epistolario di padre Florenskij rappresenta un documento di particolare eccezionalità per il rilievo esistenziale e teoretico: biografia e pensiero, metafisica ed esistenza, ragione e passione si congiungono intimamente nell’esperienza tragica di un testimone tra i più autentici e radicali del nostro tempo. Il Convegno si articola in quattro sessioni che trattano i seguenti temi:

  • Florenskij e il pensiero polifonico;
  • Cultura e culto, il dialogo tra le culture e le religioni;
  • Il rapporto tra ragione e fede;
  • La teoria della verità e il rapporto tra filosofia, scienza, letteratura e arte.

Tra i relatori da segnalare Silvano Tagliagambe, Dario Antiseri, Lubomir Žak, Natalino Valentini, Ignazio Sanna, Paolo Zellini, Adriano Dell’Asta, lo psicanalista brasiliano Gilberta Safra, i russi Vladislav Shaposhnikov, Oleg V. Marchenko, Nikolaj N. Pavljuchenkov e lo spagnolo  Francisco José López Sáez.  Notizie e informazioni più dettagliate sul Convegno possono essere reperite nel sito: www.convegnoflorenskij.it

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CONVEGNO INTERNAZIONALE SU PAVEL A. FLORENSKIJ: “Il pensiero polifonico di Pavel Florenskij: una risposta alle sfide del presente e alle antinomie paralizzanti”.

PROGRAMMA

25 ottobre mattina ore 9-13

Presiede Pier Luigi Lecis, Direttore del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università di Cagliari

Florenskij e il pensiero polifonico

 9-9,30 Saluti istituzionali

 9,30-11

Silvano Tagliagambe: Pavel Florenskij oltre Amleto, L’antinomia dalla paralisi all’opportunità

Gilberto Safra:Il contributo di Florenskij sulla prospettiva rovesciata applicato alla situazione clinica

11-12,30

Andrea Oppo:Platone e Kant: le due vie della conoscenza umana

Dario Antiseri:Ragione e Fede

12,30-13 Discussione

 25 ottobre pomeriggio ore 15 -18,30

Presiede Michele Camerota, Docente di Storia della scienza – Università di Cagliari

Cultura e culto, il dialogo tra le culture e le religioni

15-16,30

Lubomir Žák: “Esiste un unico cielo”. Presupposti filosofici e teologici della concezione florenskijana del dialogo interreligioso.

 Natalino Valentini: Amicizia e liturgia in Florenskij

 16,30-18

 Francisco José López Sáez: «Cristo, vía para cada hombre». La melodía polifónica della cristología de Pavel Florenskij

Adriano Dell’Asta: Cristianesimo e pensiero di fronte alla rivoluzione

 18-18,30 Discussione

 26 ottobre mattina ore 9-12,30

Presiede Francesco Maceri, Preside della Facoltà teologica della Sardegna

Il rapporto tra ragione e fede

9-10,30

Ignazio Sanna: Conoscenza e amore. Per un’antropologia della bellezza

Vladislav A. Shaposhnikov:Il desiderio di concretezza del pensiero. La metodologia di ricerca di Padre Florenskij

10,30-12

Vincenzo Rizzo: Avvenimento e trasformazione del soggetto

 Oleg V. Marchenko: Sulla questione dell’interpretazione ontologica della verità in Pavel Florenskij

 12-12,30 Discussione

 26 ottobre pomeriggio ore 15-19,30

Presiede Rossana Martorelli, Presidente della Facoltà di Studi Umanistici Università di Cagliari

La teoria della verità e il rapporto tra filosofia, scienza, letteratura e arte

15-16,30

Nikolaj N. Pavljuchenkov: La questione dell’influenza delle idee di P.A. Florenskij sulla teologia di V.N. Losskij  

Massimiliano Spano: Matematica e teologia in Florenskij: analisi di una complessità crescente

 16,30-18,45

Donatella Ferrari Bravo: Florenskij: I concetti linguistico – filosofici e la tradizione culturale russa tra ‘800 e ‘900

Mario Enrico Cerrigone: La verità è una fortezza assediata. La potenza e il dolore delle antinomie della conoscenza

Paolo Zellini: Le teorie matematiche dell’infinito nel pensiero teologico di Pavel Florenskij

18,45-19,30 Discussione e Conclusione dei lavori

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