In Sardegna le strade sono sicure? (I) [di Francesco Annunziata]

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1.- Premessa. Usualmente si considerano quali obiettivi della qualificazione funzionale di una rete viaria: la realizzazione delle condizioni di sicurezza della circolazione ed il miglioramento dei livelli di servizio; il miglioramento delle condizioni di accessibilità territoriale; il conferimento alla rete stessa delle caratteristiche di connettività nell’ambito del sistema dei trasporti di cui è parte; il concorrere ad una riorganizzazione territoriale finalizzata ad obiettivi di riequilibrio del complessivo sistema degli insediamenti e dei servizi; l’adeguamento delle reti viarie nelle finalità proprie della protezione civile, di modo che siano sempre garantiti i collegamenti per una data regione e/o che attraversino la stessa.

Circa le condizioni di degrado di una strada come parte di una rete e/o di un itinerario assume importanza la criticità derivante dall’inadeguatezza delle intersezioni. In proposito, si sottolineano alcuni spunti per le successive fasi progettuali.

L’adeguamento di un tracciato stradale, per il miglioramento della sicurezza, deve considerare prioritaria, nei progetti preliminare e definitivo, la risoluzione dei nodi. Nel progetto preliminare della rete viaria, della quale è parte il tracciato stradale, vanno  localizzate le soluzioni dei nodi ed individuate le loro caratteristiche.

Queste soluzioni, in considerazione della consueta criticità dei nodi, vanno intese quali vincoli nella successiva progettazione del tracciato plano-altimetrico del singolo elemento della rete viaria e della rete stessa.

Nel progetto definitivo, lo studio del tracciato plano-altimetrico deve partire dalla progettazione delle intersezioni, così da vincolare le scelte successive ed assicurare la visibilità delle zone di intersezione. In particolare, la scelta delle caratteristiche di progetto delle curve planimetriche ed altimetriche, la stessa definizione del profilo longitudinale, devono assicurare le predette condizioni di visibilità.

2.- La normativa di progettazione. 2.1.- I limiti delle attuali normative.

Le differenti Istruzioni C.N.R. e le Norme attuali sono  riferite alla progettazione delle nuove infrastrutture e sono difficilmente utilizzabili per la progettazione di interventi di riqualificazione funzionale e di adeguamento di infrastrutture esistenti.

Le Norme forniscono i criteri che debbono essere seguiti nella progettazione degli elementi geometrici dell’asse e della piattaforma  affinchè la circolazione si svolga con sicurezza ed affinchè gli automobilisti siano indotti a mantenere i valori di velocità posti a base della progettazione.

Nella normativa vigente viene affermato che la portata di progetto, individuata dall’entità oraria della corrente veicolare, dalla sua composizione e dalla velocità media di deflusso, determina la sezione stradale e l’intervallo delle velocità di progetto. In particolare, la scelta del numero delle corsie di marcia della sezione stradale e della loro tipologia definisce l’offerta di trasporto, mentre la scelta dell’intervallo delle velocità di progetto condiziona, in relazione all’ambiente attraversato, le caratteristiche plano-altimetriche dell’asse e le dimensioni dei vari elementi della sezione.

Le Norme regolano gli elementi relativi alle caratteristiche geometriche e di progetto delle strade, in rapporto alle funzioni che esse sono chiamate a svolgere, derivanti dalla pianificazione urbanistica e da una più specifica pianificazione dei trasporti. Interventi su strade esistenti vanno eseguiti adeguando alle Norme, per quanto possibile, le caratteristiche geometriche e di progetto delle stesse in modo da soddisfare le esigenze della circolazione.

Per porre rimedio a limiti culturali del passato, si ritiene che il necessario, e non ulteriormente rinviabile, adeguamento della normativa esistente deve fondarsi esplicitamente sul principio che la riqualificazione funzionale, ed il conseguente adeguamento, dell’esistente e la progettazione del nuovo devono essere rivolti a considerare il rapporto tra la strada e le caratteristiche ambientali, geologiche, idrogeologiche e territoriali, il rapporto, in particolare, con gli equilibri preesistenti.

Il motivo conduttore della progettazione deve essere la sostenibilità ambientale e la sicurezza intrinseca della strada, sia che si tratti di nuova costruzione che di adeguamento: la progettazione di un tracciato nuovo/rinnovato deve produrre una strada facilmente leggibile, che offra di sé un’immagine corretta, che non produca interpretazioni contraddittorie e quindi insicurezza della circolazione.

Il riferimento principale per la progettazione degli interventi di adeguamento rimane il D.M. 5/11/2001. Infatti, la bozza di normativa “Norme per gli interventi di adeguamento delle strade esistenti”, redatta dalla Commissione per la predisposizione di nuove norme per gli interventi di adeguamento delle strade esistenti, non dà esplicite indicazioni di carattere progettuale, e non vi ha provveduto neppure il D.M. 22/04/2004.

Incredibilmente, al momento dell’emanazione delle nuove Norme non si è tenuto conto e non si è distinto tra strade di nuova realizzazione e strade esistenti, che si inseriscono in un territorio nel quale possono essere presenti differenti tipologie di vincoli, per esempio storico-archeologici, naturalistici o semplicemente derivanti dalla sua antropizzazione.

Il rispetto rigoroso dei criteri geometrici di composizione dell’asse può determinare, ad esempio, in campo urbano o periurbano, ed in contesti di particolare valore ambientale, che si vada ad operare in aree a destinazione urbanistica già programmata, che possiedono quindi valori di mercato differenti, o fenomeni di edificazione già consolidati, o una rete viaria non suscettibile di una rigida classificazione funzionale quale quella propria del D.M. 5/11/2001, pena il depauperamento delle risorse ambientali.

Le Norme per gli interventi di adeguamento delle strade esistenti dovranno essere finalizzate all’innalzamento dei livelli di sicurezza ed al miglioramento funzionale della circolazione, rispettando tuttavia i vincoli ambientali, paesaggistici, archeologici e le condizioni locali.

Fino all’emanazione della normativa specifica, il riferimento continua a rimanere il D.M. 5/11/2001, ma i progetti di adeguamento dovranno dimostrarsi idonei a conseguire le finalità predette, attraverso la produzione di relazioni che dimostrino che l’intervento, nel suo complesso, è in grado di raggiungere gli obiettivi di innalzamento dei livelli di sicurezza e di miglioramento funzionale, e che inoltre sia in grado di garantire la continuità d’esercizio dell’infrastruttura.

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