Le aree urbane e la necessità di adeguare le infrastrutture (I) [di Alfonso Annunziata]

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Nell’ambito del patrimonio infrastrutturale esistente, aspetti specifici riguardano le infrastrutture viarie in area urbana; per esse si va consolidando la cultura che la loro progettazione, quella delle infrastrutture e dei servizi di trasporto collettivo, nonché delle interconnesse aree/strutture per la sosta ed il parcheggio,  non vanno limitate al singolo aggregato urbano sia pure prevalente nell’ambito di un’area quale si è venuta determinando nel tempo.

La gestione delle infrastrutture di trasporto, riconducendone la visione dell’ambito di un sistema da pianificare e governare secondo logiche di integrazione e di intermodalità, non deve essere intesa come un complesso di attività tese esclusivamente a risolvere le problematiche di fluidificazione dei flussi veicolari tra i differenti settori dell’area urbana.

Questa concezione infatti, ampiamente diffusa nella pratica della pianificazione dei trasporti e nelle linee guida e norme settoriali del recente passato, ha determinato una progressiva perdita di identità delle strade e dei luoghi, con progressiva compromissione della funzione di aggregazione sociale e di valore economico che gli spazi all’aria aperta hanno sempre avuto nel passato.

Le strade e le piazze, che costituiscono la più grande proprietà di una comunità, sono state trasformate da quelle opere che intendevano collegarle tra loro, ma che hanno finito per determinarne una degradazione, un deprezzamento, una perdita della loro identità.

Attualmente disponiamo di normative e di impostazioni progettuali orientate a risolvere problemi di fluidificazione del traffico, senza minimamente tenere in considerazione l’interrelazione tra urbanistica e trasporti, tra accessibilità e valore dei luoghi: i trasporti hanno dovuto sempre risolvere scelte urbanistiche non sempre fondate sull’analisi del conseguente fenomeno della mobilità.

I flussi sono il più delle volte visti come flussi di veicoli anziché di persone se non quando queste sono intese come pedoni – modo di trasporto al quale vengono lasciati spazi residuali, derivanti dal preliminare soddisfacimento delle esigenze dei flussi veicolari, sempre comunque dimensionati per il deflusso e non per vivere la strada.

Usualmente, quando si progetta, per esempio, un’infrastruttura di trasporto collettivo in sede propria, gli obiettivi, ai quali si richiama un progettista, sono riferiti alla realizzazione di un sistema dei trasporti integrato ed intermodale, da raggiungere perseguendo anche l’obiettivo dell’ottimizzazione delle risorse infrastrutturali disponibili, con la massima attenzione all’uso ed al riuso di quelle già esistenti sul territorio. Da questo deriva:

  • un miglioramento delle condizioni di sicurezza e dei livelli di servizio delle rete viaria;
  • un miglioramento delle condizioni di accessibilità territoriale, attraverso una riduzione dei tempi di viaggio e dei costi di trasporto, nei riguardi dei servizi puntuali di uso collettivo localizzati nell’aggregato urbano di maggiori dimensioni.

Certamente l’area urbana trae vantaggio dalla realizzazione dell’infrastruttura suddetta, in quanto diminuisce la pressione veicolare sulla rete viaria e la stessa esigenza di realizzare aree e strutture di parcheggio, e quindi aumenta indubbiamente la qualità della vita nell’area urbana. E tuttavia si ritiene che debba essere considerato con sempre maggiore attenzione che il sistema delle infrastrutture viarie, e tra queste un’infrastruttura di trasporto collettivo in sede propria, debba essere utilizzato per governare la localizzazione delle attività sul territorio.

Un sistema infrastrutturale di trasporto non più solamente finalizzato a velocizzare i collegamenti tra periferia e centro, dando un’alternativa all’uso dell’autovettura privata, bensì rivolto a porre le premesse per una diversa organizzazione di un’area urbana, può essere stimato ancora di maggiore convenienza nella valutazione delle differenti alternative progettuali.

Dopo decenni di impostazione miope della pianificazione delle strade urbane è maturata la consapevolezza che occorra riqualificare le vie e gli spazi cittadini; è giunto il momento di adattare le normative e le impostazioni progettuali al fine di razionalizzare ed adeguare i patrimoni strutturali ed infrastrutturali esistenti in una logica ove la rete relazionale sia un importante elemento di riqualificazione del contesto del quale è parte.

Il sistema di trasporto va inteso rivolto a porre le condizioni per una diversa organizzazione di un’area urbana, considerata quale sistema da concepire e progettare unitariamente attraverso una contestuale politica  di pianificazione territoriale e dei trasporti. In questa nuova concezione  una particolare attenzione dovrà essere data a trasformare gli attuali rapporti di dipendenza in relazioni di integrazione.

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