Caso Sarkozy, il potere (per ora) non è intoccabile [di Nicolò Migheli]

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La Nuova Sardegna 21 marzo 2018. Financement libyen de la campagne de 2007: Nicolas Sarkozy en garde à vue. È  il titolo dell’edizione on line di Le Monde. Non oso immaginare lo sconcerto dei francesi, basta quello nostro. Un ex presidente agli arresti, cosa vista in Francia solo con il collaborazionista Petain, e mai nel resto dell’Europa occidentale da settant’anni a questa parte.  Sarkozy accusato di essere stato corrotto dai libici.

Un’indagine che va avanti dal 2013 a seguito delle rivelazioni di un finanziere che racconta di 5 milioni di euro in contanti versati all’allora candidato alle elezioni presidenziali. Una storia che si ripete. Un paese che manda il suo re alla ghigliottina e poi sentendone la mancanza si inventa un presidente re che per tutta la durata del mandato non può essere inquisito. Ecco il perché di tanta meraviglia.

Un uomo comune innalzato ad uffici che hanno del sacro, che si scopre essere debole a tal punto da usare i dollari di un paese avversario, se non nemico, per raggiungere il potere. Questa però non è l’unica vicenda che riguarda Nicolas. La campagna presidenziale del 2007 ha avuto i finanziamenti di Liliane Bettencourt patron dell’Oreal,  nazionali anche se irregolari, e per questi inquisito. In tutta la sua drammaticità questa vicenda conferma che la democrazia pur essendo un sistema con molti difetti, resta il migliore. Un sistema che non esita a mandare sotto processo chiunque infranga le sue leggi.

Un giudice dirà se le dichiarazioni del libico Ziad Takieddine  rispondono al vero, oppure sono la vendetta postuma di Muhammar Gheddafi verso il principale responsabile della sua caduta e morte. Questa vicenda conferma che le leadership europee hanno tempi brevi. Basti pensare alla meteora Renzi o al britannico Cameron che sul referendum della Brexit si è giocato un futuro politico promettente. Solo la signora Merkel sembra indenne dalle porte girevoli, visto che si avvia al suo quarto mandato.

Il resto dei leader europei, il più delle volte si ferma al primo. Viviamo dentro società mutevoli, con opinioni pubbliche soggette a più stimoli, manipolabili, che non esitano a cambiare purché si cambi, insensibili al dogma della stabilità. Questa, il più delle volte, garantita dalla continuità degli apparati burocratici più che dalle giravolte degli assetti politici.

Se guardiamo però fuori dall’Europa allargata che contempla anche Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda e, per certi versi, il Giappone,- pur con le ovvie differenze da paese a paese- ci troviamo davanti a tendenze opposte. Il russo Putin, in assenza di seri competitor, viene eletto per la quarta volta.

Il cinese Xi Jinping fa modificare la costituzione affinché possa rimanere presidente a vita. Allo stesso modo il turco Recep T. Erdogan  cambia la costituzione in modo da poter perpetuare il suo potere per molti lustri. Paesi in cui è assente la separazione dei poteri. Partiti personali che si fanno stato. Democrazia non è solo  votare, ma ordinamenti che si auto controllano e impediscono gli eccessi del potere che gli uni e gli altri portano con sé.

La Francia dimostra che una democrazia matura può e deve perseguire ogni devianza, soprattutto quelle perpetuate da chi è nei ruoli più alti. Cosa a tutt’oggi poco probabile in Russia, Cina e Turchia. Però anche qui da noi non c’è da stare tranquilli, pensare che gli ordinamenti democratici siano eterni e non siano modificabili in peggio.

Lo scandalo Cambridge Analytica dimostra che il diffondersi dei social network porta con sé una disponibilità degli utenti a porre nelle mani di poteri opachi grandi quantità di dati personali che possono essere usati per influenzare le scelte politiche dei cittadini. Christopher Wylie, l’informatico che ha rivelato l’operato della società inglese, dichiara che esistono possibilità tecnologiche  per determinare a uno stadio sempre più profondo le scelte degli utenti. L’eccezione Europa potrebbe essere riassorbita in poco tempo. Occorre contrastare questa china. Sempre che non sia tardi.

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