La sinistra ha un futuro in Sardegna? Solo se la smette di difendere i suoi privilegi e le sue dinastie [di Vito Biolchini]

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Belli i dibattiti stimolati da Sardegna Soprattutto. Fa piacere leggere questa rivista on line che, suggerendo letture di grande interesse che spesso sfuggono anche agli occhi attenti alle cose della politica e sollecitando i nostri intellettuali a intervenire su questioni dirimenti, mette la Sardegna in collegamento con l’Italia e con il mondo.

Così dopo il voto del 4 marzo si è aperta una riflessione sul futuro della sinistra in Italia e nella nostra isola.  Se Paolo Flores d’Arcais (nell’intervista sull’Huffington Post rilanciata da Sardegna Soprattutto) dice che “votare 5 Stelle è l’unica cosa razionale che si possa fare oggi in Italia”, Franco Mannoni (nel suo pezzo “Ma la sinistra ha un futuro in Sardegna?”) afferma invece “il rischio che corriamo con le prossime elezioni regionali in Sardegna, in caso di vittoria dei Cinquestelle, è quello dell’omologazione ulteriore agli schemi italiani e, quindi della definitiva subordinazione dell’autonomia speciale”.Chi ha ragione?

Di sicuro anche nella nostra isola esiste una sinistra che ha più paura dei Cinquestelle che non della destra. Perché? La risposta ce la dà sempre Flores d’Arcais: “C’è una società civile per il privilegio (che se ne frega della corruzione) e una società civile per l’eguaglianza (che la corruzione vuole aggredirla). Far parte della società civile di cui parlo non significa semplicemente essere fuori dai partiti: significa aver lottato contro Berlusconi, essersi opposti al governo D’Alema e alla partitocrazia protetta da Napolitano con Monti, Letta e Renzi”.

Allo stesso modo, in Sardegna c’è una società civile che si è contrapposta a logiche di potere (politico e non solo) e invece una che le ha assecondate: a tutti i livelli, in tutti i territori e a più riprese. Franco Mannoni dice che ha apprezzato molto la lettura data da Lucrezia Reichlin al voto del 4 marzo (opportunamente rilanciata da Sardegna Soprattutto) e io sono assolutamente d’accordo con lui).

E infatti anche io penso che La società meridionale ha risposto con un messaggio forte. Logorata da un tasso di mobilità intergenerazionale estremamente basso, si è ribellata alle dinastie nelle posizioni chiave nelle istituzioni (università, professioni, sanità, politica). Quelle dinastie che hanno mal speso o non speso i fondi europei della coesione territoriale e che difendono da sempre privilegi acquisiti.

E se prossime elezioni regionali fossero l’opportunità, proprio per chi sta a sinistra, di dare una spallata definitiva alle dinastie che governano da troppo tempo la Sardegna e che ora stanno cercando, fuori tempo massimo, di rifarsi per l’ennesima volta una verginità politica?

One Comment

  1. Gianni

    Giusto per completare la citazione da Flores d’Arcais, trovo utile riportarla meno parziale : “…Finché Grillo ebbe l’ardire di fare ciò che noi non fummo in grado di fare”.
    Le piacque quel modo?
    “Potrei riempire un intero numero della mia rivista con le critiche che ho mosso a lui e ai suoi metodi. Però, riconosco che votare 5 Stelle è l’unica cosa razionale che si possa fare oggi in Italia”.
    Lei l’ha fatto?
    “No. Quando sono arrivato al seggio, le mie viscere hanno protestato contro le insopportabili cose che hanno combinato negli ultimi mesi di campagna elettorale, e ho votato Potere al popolo”.
    Così, tanto per cercare di capirci qualcosa. Io non ci sono riuscito.

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