Chiamamole, se volete, impressioni [di Franco Meloni].

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Uno dei momenti più impegnativi nella realizzazione di un film è il montaggio. Frammenti di storie devono diventare una sequenza ordinata, almeno nell’intenzione. L’incontro  Sardegna: Terra della conoscenza e della comunità educante di Lunedi 27 Gennaio alla MEM di Cagliari ha fornito tanti spunti, difficilmente coordinabili. La giornata era segnata dal peso e dalla responsabilità di presentare aspetti importanti nel difficile compito di educare. Magari in modo che il giorno non fosse accostato invano al terrore del Male dell’Olocausto.

Nel 1945 la luce accecante di Hiroshima ha illuminato il lato profondo dell’inspiegabile aspetto che rende difficile la speranza. Il bagliore di mille soli generati da apprendisti stregoni ha reso visibili sei milioni di stelle cadute. Come gli astronomi danno un numero agli astri, la follia del nazismo etichettava esseri disumanizzati. Anselm Kiefer, mio coetaneo, cerca di superare il dolore dipingendo Sternenfall, stelle cadute. L’Arte cerca contrapposizioni al male, non sempre banale.

Lamas e Sardegnasoprattutto, due realtà che riconoscono la cultura e il dialogo come forme per un intervento politico nella comunità, vogliono il MEM, Biblioteca del Mediterraneo, Cagliari, Sardegna, come luogo per continuare a parlare di argomenti che aiutino all’aumento della dimensione umana nella società.

Lo schema è quello verificato valido in quasi cinque anni, quando una Sardegna Democratica riordinava le fila per elaborare una strategia di reazione alla sconfitta di un progetto. Tavole dove venivano imbanditi problemi che, con metodo, affrontavano gli aspetti per migliorare relazioni. Forse la comunicazione non aveva aiutato la comprensione delle idee della Giunta Soru. Gli incontri di SD cercavano di supplire alla carenza. Cinque anni sono lunghi, gli esiti non sempre scontati, ma ora si deve continuare a procedere.

Quando la visione della società è resa opaca dalla paura che, dopo venti anni di barbarie culturale ed etica,   la persona umana non sia più al centro dell’interesse della politica, bisogna rafforzare la convinzione che solo la formazione, in una comunità educante, possa dare ancora speranza.

La mattina si analizza il metodo, il pomeriggio si immaginano applicazioni. Gli interventi sono tanti. Alan Turing, riabilitato da Sua Maestà Elisabetta II, ha un ruolo forte nel cercare di capire il grande Enigma della connessione mente-corpo. E i saperi, magari di Pattada, testimoniano connessioni che arricchiscono il discorso. Nel grande spazio delle Tre Culture, se due vi sembravano poche, la complessità delle scelte tocca l’insegnamento della nostra lingua, in generale sarda, la disperazione nel contare quelli che si allontanano dalla via dell’istruzione, la verifica che maggiore ignoranza maschile produce femminicidio, che i testi universitari che illustrano la Scienza Triste difendono una visione liberistica della società, e questo mi sembra una bestemmia, e che la conoscenza dei classici diventerà sempre più ristretta in un club di apparentemente inutili studiosi.

Tra spot di candidati che esponevano con garbo le proprie posizioni, il bacino di pesca dei voti non era tra i più favorevoli, data l’assenza di lucro nell’iniziativa, si immaginava se, nella grande era della comunicazione potesse essere effettuato un Test di Turing capace di rivelare la credibilità di chi si propone come guida della Sardegna. Ma l’ambiente, con tutte le diversità presenti, conservava un senso di calda accoglienza per idee non da tutti condivise. 

Spero che il 20 Febbraio non faccia troppo freddo a Londra quando andrò a deporre una rosa sulla tomba di Karl Marx, Cimitero di Highgate,  per farmi perdonare per aver votato male. Sicuramente sentirò una voce cupa che mi chiederà come mai, nel nostro contorto Paese, la parola Socialismo è stata sostituita da “pari opportunità”.

*Fisico. Università di Cagliari

One Comment

  1. Maria Luisa Vargiu

    Concordo, e opterei per una rosa gialla. Infatti in un articolo di quotidiano letto tempo fa, se ben ricordo, si raccontava dell’ epistolario intercorso tra Marx e Engels. Oltre che discutere dei temi per i quali i due amici erano e sono famosi, si “argomentava” su un tema, allora come ora, molto “poco sentito” dal mondo della politica : le Donne. “Coureur e tombeur” de femmes quindi questi grandi ,ed entrambi ! A centotrentanni dalla morte del celebre teorico del socialismo è possibile che le rose sulla Sua tomba siano ancora rosse…, meglio distinguersi !

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