Personale psichedelia elettorale [di Carlo A. Borghi]

cagliari

 “Anche un orologio fermo segna l’ora esatta: due volte al giorno”. (Herman Hesse). Sabato 15. Silenzio elettorale. Metto su In a Silent Way di Miles Davis – 1969.

Drizzo le orecchie per non perdermi lo stridio della prima rondine che dovesse saettare nel riquadro del cielo sopra la terrazza. Qui le rose non hanno mai smesso di fiorire, inverno compreso. Si sentono a casa e mi parlano. Loro a votare non ci andrebbero neanche. Andandoci voterebbero scheda bianca, bianca come una tela tagliata o bucata di Lucio Fontana o come un ri-quadro di Giulio Paolini che si specchia e rispecchia nella storia dell’arte.

Rigiro la clessidra e guardo come fa. As time goes by. Quell’orologio è diventato molle come nel tempo dipinto da Dalì. Parlo con Moman, al telefono. Energia vocale incastonata in una incertezza di preferenza da assegnare con un tratto di matita copiativa. Chiuso il telefono, riapro il mio libro del momento: La Nebbiosa di Pier Paolo Pasolini – 1959. La nebbiosa è Milano ai tempi del boom, in mano ai teddy boys e alle teddy girls. Sole a distesa in questo sabato di silenzio elettorale. Il Poetto scalpita. Domani domenica 16, il Cagliari gioca contro il Livorno. Burrida contro triglie alla livornese.

Il sultano Katariota punta sulla città-stadio. Saranno i fondi sovrani arabi a cambiare i connotati di Cagliari e della Sardegna?! Beato chi può buttare l’occhio nel radiotelescopio di San Basilio. Nel giorno di San Valentino Enrico Letta si è consolato con qualche cioccolatino al peperoncino e un bicchiere di vino. Renzi è il promesso sposo di tutte le Lucie nazionali. San Valentino protegge anche i portatori del mal caduco. La prima rondine di ogni primavera non si scorda mai. Chaucer scriveva che nel giorno di Valentino “ogni uccello del cielo sceglie la sua compagna da amare”.

Cambio polso all’orologio fermo ad una certa ora esatta. Riparte ma va all’indietro. Il polso va avanti. Dopo sabato passerà domenica 16. Lunedì 17 porterà la Vita di Galileo, in lettura di Giorgio Strehler per Ad Alta Voce di Radio Tre. Il Galileo di Bertolt Brecht sarà un ritorno al futuro con quella macchina del tempo che è la radio. A Pisa, dove Galileo Galilei è nato, di fronte alla stazione dei treni si distende un grande affresco murale di Keith Haring: Tutto Mondo. Lì tutto è in movimento perpetuo. A Cagliari, dove Pisa è stata di casa, poco o nulla si muove a parte le anguille “vive-vive” del Mercato di San Benedetto. L’aria è bella tiepida, solare ma non c’è soffio di cambiamento, al momento.

Per recarsi a votare toccherà farsi forza e aiutarsi con un po’ di Ammanita Muscaria, il fungo psicotropo prediletto dagli artisti neolitici che tracciavano segni enigmatici sulla roccia. Fungo prediletto da Dioniso che lo assumeva per fare festa con le Baccanti. Il vino serviva per sciacquarsi la bocca. Lo stesso medievale e cristiano Albero della Vita, spesso veniva raffigurato come una pianta portatrice di funghi e non di frutti tipo mele o cachi mela. Stati non ordinari di coscienza e di personale psichedelia elettorale.

Domenica, in breve: Cagliari, città del sole elettorale. Urne aperte a orario continuato. Mezzogiorno. Vado a votare. Flop flop. In giro ci sono più zeppole di elettori. Stadio aperto dalle 15 alle 17, solo per cinquemila persone con diritto di voto.

Cagliari 1 – Livorno 2.

Lunedì, in breve: vince l’astensionismo a mani basse. Il resto è aria fritta come zippulas e parafrittus. Domani martedì tocca a San Remo. Dopo San Valentino arriva San Faustino, esimio patrono dei single e dei cuori solitari. Caborg

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