Cambiare metodo [di Giulio Cavalli]

epa07474813 Slovak presidential candidate Zuzana Caputova speaks to journalists during an elections night at her election headquartes in the Slovakia's presidential election run-off in Bratislava, Slovakia, 30 March 2019. After most of votes counted Zuzana Caputova is heading for victory in the presidential run-off elections and Slovakia's first female president.  EPA/MARTIN DIVISEK

Left 3 aprile 2019. Dicono che non funzioni, cambiare il metodo con cui si sta cercando di combattere i populisti sovranisti. Ci dicono che siano irrefrenabili nella cavalcata verso le europee e intanto si spremono per raccontarli brutti, sporchi e cattivi. Il messaggio politico è sostanzialmente questo: votate noi perché siamo meno peggio di loro. Come se non sapessero che la politica del meno peggio porta sempre al peggio, è matematico. Così come inseguire la destra farà vincere sempre la destra.

E così l’alternativa, spesso, si riduce al promettere che non ci saranno più quelli come se fosse davvero un messaggio politicamente interessante, degno di attenzione e di voti e soprattutto come se davvero si possa intravedere un progetto diverso di Paese dietro tutta questa banalità.

In Slovacchia, non so se ve lo siete perso, ha vinto le elezioni, a sorpresa, Zuzana Caputova, una donna che nel 2016 ha vinto il Goldman Environmental Prize 2016, il Nobel per l’ambiente, per dire. Una donna senza mezze misure ma con idee talmente chiare da non avere nessun bisogno di alzare la voce o di lasciarsi andare a fanfaronate di sorta.

Caputova ha iniziato a fare la politica, quella vera, che si occupa dei propri spazi, partendo dalla città in cui viveva, Pezinok nella Slovacchia occidentale, dove ha impedito la costruzione di una nuova discarica non solo con le sue doti da avvocatessa ma mettendo insieme giornalisti, artisti, cittadini, produttori di vino con concerti, mostre fotografiche e manifestazioni pacifiche. Ha trovato la sintesi di diversi bisogni governandoli per ottenere un risultato. Se non è politica questa.

Sono quelli che spesso i giornalisti con una certa superficialità chiamano rivoluzione gentile e che invece dimostra come l’ambientalismo (e le donne) siano il futuro di una politica capace di cambiare metodo, di utilizzare un vocabolario nuovo non solo nelle parole ma anche, e soprattutto, in una visione del mondo. «In nome della correttezza, del diritto, di ogni vero valore cristiano, anche verso gli Lgbt e i migranti. Io mi batto per la gente stanca delle ingiustizie, per i citoyens, i cittadini coraggiosi decisi a dire basta a ogni strapotere e a ogni ingiustizia e abuso, per i cittadini scesi in piazza in una mobilitazione senza precedenti protestando contro l’orribile assassinio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata. Io sono qui per tentare di incarnare il cambiamento, l’alternativa, e dare voce al cambiamento, per aiutare i cittadini a costruire una Slovacchia dignitosa Stato di diritto, una democrazia dove dominerà la gentilezza e correttezza nel confronto politico», ha detto Zuzana.

E quasi viene voglia di riaccendere la speranza.

 

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