La sanità dei sardi come merce di scambio [di Nicolò Migheli]

salvini e mitra

Il metodo lo insegnano nelle fondazioni del neo-liberismo. Noi nati nel Montiferru lo chiamiamo bosano. Si possiede un cavallo sano, forte ed efficiente ma che costa molto in granaglie e fieno. Tutti i giorni gli si sottrae parte della biada. L’animale dimagrisce ma continua a fare il suo lavoro. Poi però la bestia comincia a deperire e quando si è abituato al digiuno collassa. A quel punto il padrone dell’equino farà svolgere ad altri il lavoro che prima faceva in proprio. Salvo poi accorgersi che il conto terzi gli costa di più di quando poteva occuparsi direttamente di quei trasporti.  Non se n’abbiano a male gli abitanti sulle rive del Temo, ma la leggenda dice così.

La sanità sarda è in mezzo al bosanesimo applicato. Negli ultimi dieci anni di governi di centro destra e centro sinistra è andata peggiorando di mese in mese. Con il governo di centro-sinistra i servizi aboliti, le cosiddette razionalizzazioni e tagli stanno mettendo in crisi seria il diritto dei sardi alla salute. Sono ripresi i viaggi della speranza che hanno come meta il sistema sanitario lombardo. Reparti prestigiosi chiusi, mancanza di posti letto, pazienti dimessi in fretta e furia, specialisti costretti in corsia come medici ospedalieri. Prenotazioni per una visita che vengono esaudite nel corso di una anno, a meno che no si voglia pagare direttamente. Basta averne bisogno per accorgersene.

In tutto questo la sanità privata si impadronisce ogni giorno che passa di quel che prima assicurava il servizio pubblico. In più lo sbarco dei qatarioti del Mater Olbia costerà alle finanze regionali circa 70 milioni di euro all’anno.  Con la nomina del leghista Mario Nieddu alla Sanità, la Sardegna entra- non è la prima volta- dentro quei meccanismi di scambio che finiscono per toccare la politica estera italiana.

Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la ministra della difesa Trenta si sono recati in visita ufficiale in Qatar. Entrambi hanno rafforzato i legami con quella petro-monarchia in continuità con i governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Lo stesso Matteo Salvini passando sulle sue quotidiane reprimende contro gli islamici e i Fratelli Musulmani in particolare, si è sperticato in lodi verso l’emiro Al-Thani.

Negli scambi intensi con Doha fatti di investimenti loro in Italia ed esportazioni italiane di intere flotte e sistemi di combattimento, il ruolo della Sardegna diventa centrale: Costa Smeralda, PPR, Mater Olbia e forse hub gasiero. La presenza dei quatarioti nella sanità però entra in conflitto con l’interesse principale della Lega: assicurare al sistema sanitario lombardo finanziamenti sempre maggiori. Non a caso in piena campagna elettorale sarda Salvini ha rivendicato pubblicamente l’assessorato alla sanità.

È immaginabile che la presenza dei gruppi privati milanesi si intensificherà in Sardegna nei prossimi anni, non solo con un loro intervento diretto, ma con convenzioni con le cliniche lombarde. I sardi potrebbero finanziare direttamente gli ospedali di Milano. I viaggi della speranza si moltiplicheranno per chi potrà pagarseli. Per gli altri resterà il cavallo bosano sempre più bolso.

Chi ha riposto le proprie speranze sul Capitano potrebbe avere amare delusioni, come stanno già sperimentando i pastori che ingenuamente hanno chiesto che il ministro dell’interno si adoperi affinché vengano loro tolte le denunce per blocchi stradali  e per lo sversamento coatto del latte. L’assessore Nieddu – sempre che sia lui, perché le notizie cambiano di ora in ora- si troverà a dover scegliere tra tre interessi in contrasto: quello della Lega, quello del Qatar, e quello dei sardi.

La speranza è che sappia prescindere da quelli stranieri e abbia il nostro interesse e quello del sistema sanitario pubblico in primo piano.

Auguri assessore Nieddu, non avrà tempi facili davanti a sé.

 

 

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