Saper leggere (e scrivere) [di Franco Masala]

Carlo

Chissà quanti ricordano l’antidiluviano gioco del telegrafo senza fili? Un gruppo di persone sedute in cerchio con la prima che sibila una parola alla seconda e così via via fino all’ultima che, inevitabilmente, riferisce di un termine completamente diverso rispetto al punto di partenza.

Sembra sia accaduto questo quando un assessore regionale ha postato su Facebook la seguente affermazione: “La strada statale 131 che collega Sassari con Cagliari è dedicata ad un criminale piemontese, penso che sia giunta l’ora di dedicarla ad Eleonora D’Arborea. Fortza Paris!”. Da qui un insieme di commenti culminati nel web nell’asserzione “Già ad aprile la storica (sic) Maria Antonietta Mongiu voleva cambiare il nome ad una importante arteria cagliaritana, Largo Carlo Felice, appunto.”

La malcapitata archeologa e studiosa si era limitata a scrivere “Chissà che trauma immaginarsi a Cagliari Largo Carlo Felice essere trasformato in Largo Marianna Bussalai di Orani o una delle nostre Università intitolata a lei. È un’utopia? Il tetto di cristallo sulle nostre teste lo impedisce? Non per molto.” (sardegnasoprattutto.com, 8 marzo 2019, rilanciato qualche mese dopo in prima pagina da L’Unione Sarda) in un articolo evidentemente celebrativo della giornata della donna e in ricordo di una dimenticata intellettuale sarda fondamentale nella storia del sardismo.

Ed ecco subito l’equivoco da telegrafo senza fili: “L’idea venne dal professor (sic) Mongiu, che parlò della possibilità di sostituire il titolo del noto re di Sardegna e del Duca di Savoia con quello di una meritevole donna sarda” (newsbeezer.com, 12 aprile 2019).

Inevitabilmente “L’ex deputato e grande avvocato cagliaritano Gian Franco Anedda non ci sta: “La signora Mongiu promuove la proposta di cambiare nome al Largo Carlo Felice per “demeriti” del sovrano. Legittima la richiesta ma inesatta la motivazione. Carlo Felice governò la Sardegna da sovrano assoluto ma a lui si debbono la strada tra Cagliari e Sassari che per porta il suo nome perché dal sovrano voluta e l’abolizione della tratta degli schiavi. Sono sufficienti questa indicazioni (molto altro di ottimo si sarebbe da dire) per non essere d’accordo con la richiesta che deve essere iscritta all’insano desiderio di ignorare la storia”, attacca Anedda nel suo post su Fb.(castedduonline.it, 14 aprile 2019).

A parte le benemerenze storiche del sovrano che promosse (e finanziò) la Strada Reale Cagliari/Porto Torres dopo secoli di attesa, è evidente che la frase di Maria Antonietta Mongiu non citava minimamente i “demeriti” del Re di Sardegna ma si limitava ad una non-proposta legata all’arte del paradosso.

Insomma bisogna saper leggere. E anche scrivere dato che nel post del suddetto assessore si può scorgere “D’Arborea” con una maiuscola di troppo che fa il paio con il famigerato “Da Vinci” dovuto allo scrittore ormai miliardario Dan Brown. Con la conseguenza che chi era semplicemente Leonardo è divenuto tout court il suo luogo di provenienza!

Dunque, Carlo Felice (ed Eleonora d’Arborea) ci guardino dai leoni della tastiera e dai loro epigoni e, quindi, dalle fake news, versione moderna del telegrafo senza fili.

One Comment

  1. nt

    S’istrada “Carlo Felice” «sovrano che promosse (e finanziò) la Strada Reale Cagliari/Porto Torres»…
    Scerau, cantu dinai at bogau de buciaca sua (e no de Regnu de Sardigna chi at governau si assumancus isciestis comenti)!
    Custu F. (Franco, tanti po no dhu pigai po Franciscu) Masala depit issu puru isciri a ligi e a iscriri bèni meda!
    Bai e circa cantu at lígiu de s’istória de is Sardus! Ma s’importanti est a èssi iscallaus e a s’isterri a tapetu po nci passai cun glória chini s’at apetigau e apetigat.

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