Addio, Mirella [di Franco Masala]

Freni

Una sola volta a Cagliari: nel 1995 un concerto al Teatro Lirico con il il grande basso Nicolai Ghiaurov. Cantarono una serie di arie da camera fino al fuori programma di “Là ci darem la mano” del Don Giovanni mozartiano, in qualche modo sceneggiato tanto da far trasparire la consuetudine di vita e di scena dei due interpreti.  Così ricordiamo il grande soprano Mirella Freni, spentasi alle soglie degli 85 anni il 9 febbraio scorso.

Certamente una delle più grandi cantanti del secondo Novecento, ormai nella storia per quella Bohème scaligera (1963) diretta da Herbert von Karajan con la regia di Franco Zeffirelli, ripresa innumerevoli volte con Gianni Raimondi e poi con Luciano Pavarotti, partner di elezione vista anche la comune origine modenese.

Raramente una voce baciata dalla fortuna come quella della Freni ha resistito impavida a un mutare del repertorio (scelto sempre con grandissima prudenza) che abbracciava parti di soprano leggero fino alla conquista di Aida, del grande repertorio russo e del Verismo.  E il ricordo va a quella Fedora della Scala, nel 1993, quando sembrava impossibile potesse uscire vittoriosa da una prova così onerosa, superata invece per virtù di canto e di interpretazione, rispetto alla Manon di Massenet di Firenze nel 1969, quando la freschezza giovanile aveva rivelato una sensualità e una capacità di seduzione del tutto insospettate.

Furono poi La figlia del reggimento, Falstaff (quale Alice Ford), La dama di picche di Čajkovskij in ruoli sempre rigorosamente cantati con grande dedizione e impegno grazie anche alla cautissima gestione del proprio patrimonio vocale. Insomma, come si diceva un tempo, un artista che canta con gli interessi e mai con il capitale.

Simpaticissima da buona emiliana, era altrettanto severa con i giovani che studiavano con lei e che schiettamente non venivano illusi circa una carriera difficile e faticosa.

Ci sembra ancora di sentirla quando, pur annunciata come febbricitante, cantò in modo sublime, il “Convien partir …” della Figlia del reggimento (Bologna 1973) di Donizetti a riprova di un professionismo di tutto rispetto.

Sit tibi terra levis.

 *Mirella Freni al Metropolitan di New York, 2005 ©

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