Sardismo e vecchi merletti. L’autobiografia di un partito in due parole dimenticate [di Carlo Melis Costa]

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Uno dei primi atti del Presidente della Sardegna Christian Solinas fu sospendere  il bando per la continuità territoriale aerea che sarebbe dovuto partire il 17 aprile 2019. Da allora i vettori e le compagnie aeree operano in regime di proroga del Bando del 2013, fino al 16 aprile.

Cosa accadrà dopo? Il tempo stringe e soprattutto il nuovo modello di continuità territoriale proposto a marzo 2019 dalla giunta Solinas – tariffa unica per residenti e turisti e nuova continuità con gli scali minori –  non ha ancora ottenuto il via libera dall’Unione Europea che non si è ancora espressa nemmeno sul “piano B” che prevede un sistema di doppia tariffazione.

È una questione di tempo: la proroga scade ad aprile, da quel momento in poi i vettori potranno applicare le tariffe che preferiscono. Di lì a pochi mesi inizierà la stagione turistica estiva, con un grande afflusso di passeggeri che arriveranno in Sardegna per le vacanze. Il tutto con Air Italy e Alitalia in forte sofferenza. In mancanza di rotte e tratte aeree la stagione turistica sarda, che inizia in primavera, rischia di subire un pesante flop.

In mancanza di certezza sulla continuità territoriale e sull’eventuale tariffa unica alcuni operatori turistici potrebbero trovare poco conveniente proporre pacchetti per la Sardegna e preferire mete più “economiche”.

Cagliari nel mentre ospiterà dal 23 al 26 aprile le World Series dell’America’s Cup e nello stesso periodo ci saranno anche i festeggiamenti della Settimana Santa e, subito dopo, la festa di Sant’Efisio, ricorrenza particolarmente sentita anche dai sardi emigrati. I quali però per tornare a casa non potranno usufruire delle tariffe agevolate.  Il disastro della Giunta Solinas, non solo versione turbo della Giunta Cappellacci, è sotto gli occhi di tutti.

La Sardegna infine è in esercizio provvisorio da ormai quattro  mesi. Significa che nel frattempo gli investimenti per i sardi sono bloccati. Così come non è consultabile (e non è la prima volta che accade) la legge di riforma sanitaria approvata dalla giunta Solinas il 23 dicembre del 2019. Quella che non è bloccata invece è la proroga per sei mesi per i Direttori Generali della Regione. E non è stata bloccata nemmeno la proposta di moltiplicazione delle poltrone – di nominati direttamente dalla giunta – di dirigenti negli enti regionali.

Il costo delle navi, dal primo gennaio 2020, è aumentato del 30%. Il che crea una enorme difficoltà ai trasportatori sardi diretti in continente.

Che dire dei pastori sardi? Dopo quasi un anno finalmente giovedì scorso è stata convocato il tavolo ovi-caprino. È stato risolto o deciso qualcosa? Secondo la CIA Sardegna la risposta è no. L’organizzazione ha prontamente diffuso una nota nella quale si legge che l’incontro «si è rivelato una perdita di tempo e ha confermato che la Regione è profondamente lontana dalle difficoltà che vivono le aziende agricole sarde» anche alla luce di «una prospettiva catastrofica che vede delinearsi sullo sfondo della Finanziaria regionale un taglio di 12 milioni di euro sui fondi destinati all’agricoltura isolana.

Questi i fatti. Si può spiegare l’ incredibile situazione solo come prova della gigantesca incompetenza dei protagonisti? O c’è qualcosa di più? Va subito sottolineato che l’attuale disastro non si può spiegare con le categorie sinora conosciute. E allora due parole desuete ci possono venire in aiuto.

Da un lato, la mutazione del codice genetico del “sardismo” portato avanti dall’attuale Psdaz. Un partito che da autonomista è divenuto vassallo. Con la scusa di pietire immaginari favori dal “padrone italiano” appartenente alla propria compagine politica, ha sfregiato una tradizione politica che, non sempre coerente sul posizionamento politico, lo era stato almeno sull’autonomismo.

Oggi il Psdaz sopporta, in cambio dell’ingresso nel salotto buono della politica italiota, la sua catalogazione tra le figure museali della tradizione etnica. Autonomista agli occhi dello sprovveduto pubblico nostrano, è un fedele esecutore delle direttive del partito madre nazionale. In questo non dissimile dagli spettacoli folcloristici degli sciamani nativi americani a vantaggio dei turisti “wasp” statunitensi.

L’immagine dell’opimo Solinas, serio e compìto quanto pacioso come una debuttante al ballo davanti alla tomba di Mario Melis lascia senza parole.

Vassallaggio dunque è la prima parola. La seconda è un termine coniato da Polibio ed oggi anch’ esso quasi dimenticato. Oclocrazia.

Polibio così la descrive nel Libro VI delle Storie : (i politici ) Desiderosi dunque di preminenza, non potendola ottenere con i propri meriti e le proprie virtù, dilapidano le loro sostanze per accattivarsi la moltitudine, allettandola in tutti i modi. Quando sono riusciti, con la loro stolta avidità di potere, a rendere il popolo corrotto e avido di doni, la democrazia viene abolita e si trasforma in violenta demagogia.

Ecco dunque svelato un giochetto le cui regole erano note da ventidue secoli, che la Lega ha applicato nell’acquisizione del Psdaz. Ha blandito, con un’operazione chiaramente neocolonialista, l’elettorato autonomista, promettendo chissà quali vantaggi derivanti dalla “sintonia” politica.

Una volta spentisi i riflettori, la Sardegna è scomparsa dall’orizzonte dei pensieri della Lega. Lasciando i suoi vassalli locali di fronte alla sconfortante cifra personale, che li rende incapaci non solo di risolvere i problemi ma neppure di affrontarli.

 

One Comment

  1. Luca Frau

    La Giunta Solinas si contraddistingue per la sua totale inadeguatezza nell’azione di governo e di rappresentanza della Regione ai tavoli che contano siano essi nazionali che europei.
    Pare infatti evidente che la nomina degli Assessori sia avvenuta per logiche che nulla hanno a che vedere con la competenza e l’urgenza di mettere mano a questioni complesse, capaci di influenzare significativamente in maniera positiva o negativa l’economia della Sardegna.
    Se in particolar modo ci riferiamo al tema rovente di queste settimane e cioè ai collegamenti aerei, il modello di continuità territoriale proposto in proroga, non solo da questa Giunta per amor di verità, è superato, fuori mercato, si basa su due vettori in cattive acque, dei quali uno in procedura di liquidazione, e inviso alle autorità europee per la tutela della libera concorrenza.
    Lo stesso Solinas dichiarò in campagna elettorale di essersi personalmente convinto che il modello da seguire per la Sardegna sarebbe quello attuato dalla Spagna per le isole. Tale modello consiste in una liberalizzazione delle rotte per incentivare il più possibile la concorrenza, in agevolazioni proposte dalle gestioni aeroportuali per attirare sempre più vettori aerei e in uno sconto sul prezzo dei biglietti riservato ai residenti.
    Il modello è ragionevole, funziona e non trova ostacoli da parte delle autorità europee a tutela del libero mercato e delle pari opportunità di accesso ad esso dei vettori e dei passeggeri.
    Cosa è cambiato dalla campagna elettorale ad oggi? Che ne ha fatto Solinas delle sue professate libere convinzioni? A quanto pare le avrebbe cancellate e sconfessate, mentre contemporaneamente vaneggia di compagnie aeree di bandiera, come se non fosse bastata la lezione della cosiddetta “flotta sarda” da lui stesso promossa in qualità di Assessore ai Trasporti e che ha prodotto il fallimento della SAREMAR e un buco di bilancio di cui ancora paghiamo le pesanti conseguenze.
    Per questa ed altre questioni – definirle vertenze è improprio in quanto è termine che meglio si adatta alle lotte sindacali e non alle azioni di governo – l’attuale Giunta ha dimostrato incapacità, cecità, inadeguatezza, incompetenza, irresponsabilità, nessun senso delle tempistiche e della dignità.
    Il sardismo è stato un movimento con ambizioni di governo, di grande spessore politico-culturale e dalla caratterizzazione fortemente autonomista, federalista ed europeista. In questa chiave di lettura ci si può tranquillamente definire sardisti, rimarcando nettamente le differenze con chi oggi guida il Governo regionale e che ha ridotto il sardismo a mera ambizione personale senza alcuna finalità di emancipazione collettiva.

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