Referendum, trasporti, finanziaria e droga in Sardegna: quattro cose di cui dovremmo parlare (se non ci fosse il Coronavirus) [di Vito Biolchini]

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Ciao Sardegna. Siediti. Dobbiamo parlare. No, non del Coronavirus, che palle! E neanche del Cagliari, che comunque secondo me il presidente Giulini ha fatto bene a mandare via Maran, che resta un gentiluomo e un professionista ma la squadra era ormai in piena confusione.

Siediti perché dobbiamo parlare di quattro cose che da troppo tempo stiamo evitando di trattare, e tu lo sai. Per cui adesso cerchiamo di affrontarle da persone adulte e serie.

La prima: il referendum costituzionale del prossimo 29 marzo. Che vogliamo fare? Se vince il sì, tu Sardegna avrai nove parlamentari in meno su venticinque, con i deputati che passerebbero da 17 a 11 e i senatori da otto a cinque. Che idea ti sei fatta? Per te sarebbe meglio avere meno rappresentanti al parlamento italiano? Dimmi, parla. Io, se vuoi, ti dico la mia al volo: io sono orientato a votare no. Però mi piacerebbe sentire anche il tuo parere.

Seconda questione: i trasporti. Questo casino del Coronavirus ha fatto passare un secondo piano una questione che fino a dieci giorni fa, e nell’ultimo mese precedente, stava monopolizzando giustamente il dibattito: il fallimento di Air Italy e la continuità territoriale. Non si parlava d’altro. Ora come mai, dopo tanti annunci, la proroga del vecchio regime stenta ad arrivare? Ti sei chiesta il perché? Cosa sta succedendo? Inoltre, ti sei accorta che si sta aggravando la crisi del gruppo Moby-Tirrenia? Anche la continuità marittima, che pure è in scadenza, andrebbe ripensata. Ma tu, cara Sardegna, fai finta di niente. Tu pensi ad altro.

Terza questione: la legge finanziaria della Regione. Si andrà al quarto mese di esercizio provvisorio. Dimmi, ti sembra una cosa normale? Hai idea di quanti disastri provochi nella tua asfittica economia anche un solo mese in più di esercizio provvisorio? Invece parli della questione come se fosse un semplice contrattempo burocratico. Quando fai così mi sembri proprio una ragazzina.

Infine ti voglio parlare di una vicenda che mi ha colpito molto. Qualche giorno fa ci sono stati degli arresti per droga. No, non a Cagliari ma in cinque centri dell’interno, Fonni, Siniscola, Gavoi, Nuoro e Orani. A parte la straordinaria idea della presunta rete di trafficanti di chiamare la cocaina con il nome in codice di “cicci puppu” (in tal caso, in caso di colpevolezza, a mio avviso dovrebbe scattare un’aggravante), ho riscontrato per l’ennesima volta che alla base di queste attività illecite c’è una solida cultura criminale di stampo urbano o metropolitano che contrasta nettamente con l’idea che tu, cara Sardegna, vuoi dare delle tue zone interne, tutte sagre e tradizioni.

Lo so, il tema è complesso, ma abbi pazienza, siccome non ne vuoi parlare mai adesso te lo prendi così: smettila di idealizzare le tue zone interne e di continuare a separare nettamente l’ambito urbano da quello rurale. Città e paesi si condizionano in continuazione, nel bene e nel male, perché così è sempre avvenuto. Ma se tu continui a ragionare per compartimenti stagni non andrai da nessuna parte.

Sardegna, sei grande ormai. Cerchiamo di parlare di più e di affrontare i problemi da persone adulte. Dai vieni qua, abbracciamoci. Ti voglio bene.

 

 

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