Il tentativo di Bergoglio di salvare il Vaticano da se stesso [di Nicolò Migheli]

Becciu

Le dimissioni del cardinale Becciu sono un’occasione per riflettere sul pontificato di papa Francesco. Indipendentemente dalle accuse, su cui non ci sono elementi certi a nostra conoscenza per potersi pronunciare, è indubbio che questo evento rappresenti un passaggio epocale nelle vicende del cattolicesimo e della Curia romana, più di quanto lo siano stati le riduzioni allo stato laicale di alti prelati coinvolti in vicende di pedofilia. Lo è perché queste dimissioni toccano le stanze più segrete del Vaticano, la gestione di fondi riservati e quindi della potenza finanziaria del Vaticano.

Con i pontefici precedenti, in questi due secoli, di una fatto simile non ne avremmo mai avuto notizia. Il reo sarebbe stato semplicemente allontanato, forse promosso secondo l’adagio secolare del promoveatur ut amoveatur. Giovanni Paolo II si comportò diversamente con l’arcivescovo statunitense Paul Casimir Marcinkus. Questi coinvolto nelle vicende dello Ior di cui era presidente, con rapporti con la finanza oscura di Calvi e Sindona, sospettato della scomparsa di Emanuela Orlandi e di abusi pedofili, rimase in Vaticano sino al compimento dei 75 anni e poi ritornò negli Usa. Grazie al passaporto vaticano riuscì ad evitare il mandato di cattura della magistratura italiana.

Con Bergoglio cambia tutto. Il papa venuto dalla fine del mondo si è posto la missione di rendere il Vaticano un’istituzione trasparente e di riportarlo, per quanto è possibile, alla fedeltà della parola evangelica. Un compito difficile, Francesco si trova a dover fronteggiare nemici potenti annidati dentro e fuori la Curia. Lui diede il primo segnale con la sua elezione disdegnando gli appartamenti papali e privilegiando la foresteria di Santa Marta, dove consuma i pasti insieme agli altri. Un colpo secco alla tradizione monarchica e alla istituzione totale vaticana, che vorrebbe il pontefice come entità astratta e separata dal resto della comunità.

In lui si legge in maniera molto chiara al tradizione gesuitica latino americana del ‘700, rigore sul piano dottrinale e apertura su quello sociale, conflitto con i poteri civili e con le autorità anche ecclesiastiche che ostacolino lo spirito millenaristico che li animava. I gesuiti del film  Mission, di Andres Febrés il gesuita catalano autore di una grammatica della lingua mapudungun cilena e di una del sardo scomparsa e mai ritrovata.

Ma in Bergoglio c’è qualcosa di più. Una lettura attenta del nostro tempo. La curia vaticana non è più in sintonia con il mondo cattolico internazionale. La maggior parte del fedeli risiede in Africa, Asia e America Latina, poco rappresentati a Roma dove invece dominano le componenti europee e nord americane. Non a caso Francesco, lentamente sta cambiando gli equilibri. I prelati europei o nordamericani vengo avvicendati, il più delle volte, con religiosi che vengono dal sud del mondo.

Il cardinale Angelo Becciu nell’estate del 2018 nella sezione Affari Generali della Segreteria di Stato è stato sostituito dall’arcivescovo venezuelano Edgar Peña Parra. Ora si vedrà chi verrà nominato alla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e diritti del cardinalato, ultimo incarico del cardinal Becciu.

Jorge Mario Bergoglio coglie la crisi dell’Occidente di cui gli aspetti religiosi sono una parte determinante; sa che l’Europa è diventata una terra post cristiana e post cattolica, mentre il fulcro della fede è in altri continenti emergenti economicamente, politicamente. Il suo tentativo di riforma è cercare di salvare il Vaticano da se stesso, renderlo più vicino ai bisogni dei credenti. Lui è leader mondiale e l’Occidente gli va stretto.

Quanto alle vicende del cardinal Becciu poco sappiamo. Si sa però che in questi anni, da prima delle dimissioni di Benedetto XVI, l’oltre Tevere è stato travolto da una sequela di scandali, documenti sottratti, accuse e calunnie. Il cardinal Becciu nella Segreteria di Stato, luogo centrale e delicato, era probabilmente alla conoscenza di segreti inconfessabili, forse sapeva degli autori e dei vari Corvi. Può essere che sia una vittima di quegli intrighi.

Non è detto che la vicenda del cardinale sardo sia finita qui. Bergoglio è uomo di grande correttezza, potrebbe anche ricredersi.

 

One Comment

  1. Mario Pudhu

    Ma proit’est chi Paba Frantziscu no lassat un’ocasione chentza pedire in púbbricu de pregare pro isse?! Pesso chi l’interesset (e bi apat bisonzu!) meda prus de dare sa benedissione!
    Pro tropu ‘cristianos’ su èssere cristianos (fintzas faghindhe e depindhe fàghere contu de totu sos límites) est prus una medàllia de apicare in petorras a tipu brusceria, sèmene bonu betadu subra sas pedras) chi no unu programma de vida comente Deus cumandhat!

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