“Tramandar si potesse alla Vegnente Posterità un monumento dell’insigne naturale portento” [di Francesco Muscolino]

*Di seguito la Relazione integrale tenuta da Francesco Muscolino, Direttore del Museo archeologico nazionale di Cagliari, nel corso del Primo Seminario di Minima Juridica: Aspetti legislativi della tutela del paesaggio. Il Seminario, organizzato sabato 5 marzo dall’Associazione Amici del Museo e dal think tank Sarda Bellezza, si è tenuto nella Pinacoteca nazionale nella Cittadella dei Musei di Cagliari.

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Con “Minima Juridica” inizia un ciclo di incontri che intendono offrire approfondimenti su temi, legislativi e giuridici, relativi al paesaggio, all’ambiente, ai beni culturali e su quelli che interagiscono con tali ambiti. Il percorso, a cadenza mensile, organizzato dall’Associazione Amici del Museo archeologico nazionale di Cagliari e da Sarda Bellezza, ha visto il Museo archeologico, in tutte le sue componenti, aderirvi convintamente come per tutte le iniziative che si propongono in una traiettoria di educazione permanente verso la comunità.

Il Museo  archeologico nazionale, infatti, ha intenso proporsi, dacchè ha ottenuto l’autonomia, come una comunità educante attenta anche alla contemporaneità, per radicarsi sempre più incisamente nella vita culturale e per prospettarsi luogo di elevata pedagogia sociale.  Non a caso, i Seminari di Minima Juridica si terranno in Pinacoteca o in spazi che del Museo fanno parte e saranno trasmessi in streaming nel sito del Museo come sta accadendo per i Dialoghi di Archeologia Architettura Arte Paesaggio, assai frequentati, in presenza e da remoto.

Tra gli obiettivi di questi incontri vi è l’approfondimento di concetti che, talvolta risalenti a tradizioni normative lontane, hanno mantenuto la loro validità. In questa riscoperta dei “fondamentali” è utile soffermarsi brevemente su un esempio – tratto dalla storia della tutela nell’Italia preunitaria, ricca di episodi interessanti – del primo affacciarsi di alcuni concetti destinati a un lungo avvenire.

Il 21 agosto 1745 Bartolomeo Corsini, viceré di Sicilia, emana, in nome di re Carlo di Borbone, due ordini che, sebbene circoscritti a limitate realtà territoriali, esprimono concetti di carattere generale.

L’ordine «per la conservazione de’ meravigliosi Alberi nel Bosco di Carpineto sopra la città di Mascali» è uno dei primi esempi di tutela naturalistica: «Trà le cure pressanti […] non è la minore quella d’invigilare, in che si conservassero con pari diligenza ed occulatezza in questo Regno alcune meraviglie, che con le loro celebri rarità, siccome appalesano i portenti della natura così ugualmente apportano lode, e decoro al Regno […]; affineché con tale conservazione, propria d’una buona Regenza, tramandar si potesse alla Vegnente Posterità un monumento dell’insigne naturale portento. […] Or volendo noi che a somiglianti Alberi non s’irrogasse il minor danno, ò nocumento […]; […] ordiniamo di dovere […] invigilare à che non fosse apportato a’ cennati Alberi di Castagno, ò di altra sorte che sijno, danno, o pregiudizio alcuno, […] affin di accertarsi l’intento della Conservazione di detti Alberi, e mantenersi con ciò sempre più viva, e recente la memoria di una tale naturale meraviglia, che è di stupore ad ogn’uno, e di decoro à questo Regno». Nello stesso giorno, il viceré emana anche un ordine per la conservazione dei monumenti antichi di Taormina; tali monumenti «sono del decoro del Regno e di memoria ill(ustr)e di cossì grande antichità», e la loro conservazione è finalizzata a «in ogni Etade dimostrare la memoria di tal antichità, che si rifonda, à decoro di cotesta (città), e del Regno ancora».

Nei due ordini, l’insistenza su certi termini contribuisce a evidenziare alcuni capisaldi teorici della tutela. Più volte ricorrenti sono i concetti di “memoria”, come presenza viva e reale del passato, e di “decoro”, inteso non solo come sinonimo di “bello”, ma come “ciò che conviene, è appropriato, apporta onore”.

La “conservazione”, inoltre, è considerata un’attività – perpetua e irrevocabile – caratteristica di un buon governo. Così, l’ordine per Mascali è emanato «affineché con tale conservazione, propria d’una buona Regenza, tramandar si potesse alla Vegnente Posterità un monumento dell’insigne naturale portento», mentre quello per Taormina recita: «affin di conservarsi intatti pe’ tempi avvenire somiglievoli insigni monumenti, che ci dimostrano il Fasto del nostro Regno; giudichiamo anche esser proprio del n(ost)ro Zelo la conserbazione de’ medesimi».

Le conseguenze dei provvedimenti emanati nel 1745 sono evidenti: i castagni del bosco di Carpineto esistono ancora, mentre per le antichità di Taormina inizia un periodo di rinnovato interesse che condiziona positivamente il rapporto della città con l’antico. Non ci si limita dunque a enunziare nobili concetti destinati a rimanere astratti, ma si cerca di rendere questi concetti un supporto operativo per la concreta e difficile attività di tutela

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