La mancanza di un Centro di documentazione [di Maria Antonietta Mongiu]

L’Unione Sarda 1° settembre 2022. La città in pillole. Capita di citare, in queste righe, la Trilogia di New York di Paul Auster. Non tanto perché chi non lo abbia letto lo faccia, se vi si deve recare, quanto per capire dove si vive. Come per la pandemia, di grande utilità leggere romanzi e storici antichi.

La Guerra del Peloponneso di Tucidide e i Promessi sposi di Alessandro Manzoni, non sono risolutivi ma contribuiscono, per le diverse fasi storiche e situazioni, ad intendere i comportamenti sociali nelle città. Il luogo degli eventi fondanti, da millenni, è proprio la città. Il teatro del mondo, per citare la fantasmagorica invenzione scenografica nella Venezia del Cinquecento. E

cco perché i tre romanzi della Trilogia di New York, sono un classico in cui chi vive in un contesto urbano può riconoscersi. E per urbano è da intendere, allo stato attuale, ogni centro abitato, a prescindere dalla scala.

Non diversamente da quanto è accaduto per alcuni film di Woody Allen che paiono distanti anni luce dal nostro vissuto e invece raccontano quello che siamo o saremmo diventati, persino, nelle pratiche di relazione, in un urbano sempre più plurale, polarizzante, e alienato. Accade che la cifra delle narrazioni è psicanalitica, come in Allen; o poliziesco-indagativa, come in Auster.

In scala diversa, anche nei romanzi di Francesco Abate in cui Cagliari è più di una quinta scenica.  Il metodo è quello dell’indagine archeologica: si indaga un elemento e si scopre il tutto; pur sempre illusorio, relativo, precario.

Ma è solo la città il luogo dove meglio si possono interpellare le componenti del DNA culturale del fenomeno insediativo che, in una manciata di millenni, ha finito per attrarre gran parte dell’umanità.  Se poi, come in Sardegna, ci sono luoghi antropizzati, senza soluzione, da oltre 7000 anni bisogna chiedersi dove è lo spazio pubblico in cui tale stratificata densità ha il suo domicilio? Dov’è, in altri termini, un Centro di Documentazione, in cui confluiscono analisi e competenze?  In cui raccogliere gli studi sulla storia dell’insediamento, all included, di studiosi di ogni disciplina necessaria, accademici e inaccademici, tecnologie e mezzi di raccolta e di gestione delle informazioni?

La MEM era uno dei centri predestinati. Vi abitano Archivio storico e Biblioteca. Ma così non è. Perché a Cagliari, come in altri luoghi della Sardegna, c’è disprezzo per l’urbano e la sua storia. Assordanti gli schiamazzi notturni e l’inesistenza di una discussione sul futuro di uno dei più antichi insediamenti al mondo.

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