Mefistofele in technicolor [di Franco Masala]

Forse i sovrintendenti non usano Whatsapp. Non si spiegano altrimenti le tre differenti messinscene del Mefistofele di Boito in altrettanti teatri italiani nel giro di pochi mesi se non di settimane: il Lirico di Cagliari, poi l’Opera di Roma e infine la Fenice di Venezia. Con quale spreco di denaro pubblico si può facilmente immaginare soprattutto dopo un’assenza del capolavoro boitiano di diversi anni. Tant’è.

Apre le danze Cagliari dove l’opera ritorna dopo ben sessantadue anni (1961, ma la terzultima era solo di nove anni prima, 1952) precedendo di poco l’apertura della stagione 2024 prevista con Nerone,  seconda e postuma opera di Boito, così da avere l’opera omnia del compositore nel volgere di alcune settimane. Il Boito librettista, soprattutto dell’ultimo Verdi, è notissimo mentre lo è molto meno il musicista così che avrebbe meritato un approfondimento, magari con una giornata di studi.

L’accumulo di suggerimenti presenti in Mefistofele è tale da richiedere delucidazioni: dalla ripresa del grand opéra francese alla parodia del melodramma romantico (quartetto del giardino con riferimenti chiari a Rigoletto) ai topoi tradizionali (carcere, cori angelici e infernali) fino ai frequenti inserti coreografici, forieri del ballo Excelsior, è una messe di trovate rutilanti.

Il teatro Lirico di Cagliari mette in campo tutte le sue maestranze che, ad onta dello sciopero per la prima rappresentazione, hanno ben figurato nel complesso spettacolo affidato alle cure di Juan Guillermo Nova, regista, scenografo e autore dei video, che hanno impresso al pletorico operone boitiano un ritmo cinematografico.

Dopo l’apertura nel prologo celeste con suggestive immagini è tutto un susseguirsi di ambienti urbani, vegetali, “gotici” fino alla luminosità insistita del sabba classico e il finale in crescendo che ha suscitato l’entusiasmo del pubblico. Belli (ma non tutti) i costumi di Cristina Aceti con le luci di Jean Paul Carradori, le coreografie di Michele Cosentino e i movimenti scenici di Daniela Zedda. Si potrà ridire sull’accumulo di figuranti e di situazioni, in qualche modo affetti da evidente “zeffirellite” ma per un’opera che sfiora spesso il kitsch forse è lo scotto da pagare per avere una messinscena didascalica e tale da sottolineare la fantasia di Boito.

Il maestro Lü Jia guida le compagini del Lirico con autorità e felice coordinamento delle masse anche se talvolta indugia un po’ troppo su clangori che coprono i solisti. Orchestra e, soprattutto, coro impegnatissimi così come l’efficace complesso di voci bianche del Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina”, istruiti rispettivamente da Giovanni Andreoli e Francesco Marceddu.

Protagonista è il basso Rafal Siwek che fornisce una prova positiva per un personaggio talvolta ai limiti del ridicolo (ma qui entra l’ironia del compositore a cominciare dai numerosi fischi, ricordo della prima tempestosa del 1868, poi riscattata nella ripresa di sette anni dopo). Faust è Marco Berti a suo agio negli acuti della parte e ammirevole nella tenuta complessiva, nonostante un timbro non felicissimo fino alla vetta finale di “Giunto sul passo estremo”. Latonia Moore inizia in sordina ma regala poi un atto del carcere efficace e partecipato con una voce che dovrebbe evitare alcune cadute di tipo verista.

Bene Fabio Serani come Wagner e Karine Babajanyan nel ruolo di Elena mentre completano la distribuzione Guadalupe Barrientos e Cristiano Olivieri, rispettivamente Marta e Nereo.

Insomma un ritorno felice e gradito da un pubblico più numeroso del solito comprendente anche alcune signore, invano zittite, che continuavano a chiacchierare amenamente sulla musica. Per fortuna hanno evitato di scartare le classiche caramelle ed è già qualcosa.

*bozzetto di Juan Guillermo Nova per il prologo

 Mefistofele

opera in un prologo, quattro atti e un epilogo

libretto Arrigo Boito, dal dramma Faust di Johann Wolfgang von Goethe

musica Arrigo Boito

editore proprietario: Universal Music Publishing Ricordi s.r.l., Milano

 

Teatro Lirico di Cagliari

sabato 18 novembre, ore 19 – turno G

domenica 19 novembre, ore 17 – turno D

martedì 21 novembre, ore 11 – Ragazzi all’opera!

mercoledì 22 novembre, ore 20.30 – turno B

giovedì 23 novembre, ore 19 – turno F

venerdì 24 novembre, ore 11 – Ragazzi all’opera!

venerdì 24 novembre, ore 20.30 – turno C

sabato 25 novembre, ore 17 – turno I

domenica 26 novembre, ore 17 – turno E

 

Lascia un commento