Lo «stamnos» recuperato racconta la guerra di Troia [di Giuseppe M. Della Fina]

https://www.ilgiornaledellarte.com 14 febbraio 2024. Al Museo archeologico nazionale di Tarquinia una serie di reperti etruschi illustra il mito. Una delle scene raffigurate sullo stamnos a figure rosse a Tarquinia.

Nell’estate del 2022, in scavi eseguiti dal Centre National de la Recherche Scientifique (Cnrs) a Norchia (sito archeologico presso il comune di Vetralla, Vt), vicino alla Tomba Lattanzi, è stata rinvenuta una tomba a camera depredata ma, in un angolo, gli archeologi hanno recuperato un gruppo di reperti sfuggiti ai tombaroli. Tra essi vi era un vaso d’importanza notevole: uno «stamnos» a figure rosse intatto, che Vincent Jolivet ha ricondotto a una bottega attiva a Vulci intorno all’ultimo venticinquennio del IV secolo a.C. e a una produzione nota con la denominazione convenzionale di «Gruppo dell’Imbuto».

Il vaso presenta cinque protagonisti della guerra di Troia: sul lato A sono raffigurati Aiace Telamonio (a destra) con corazza anatomica, elmo, lancia e scudo, e Achille (a sinistra) in posizione di combattimento e fornito di elmo, clamide (un mantello corto e leggero), cnemidi (gambali composti da due placche di metallo che coprivano la gamba), spada e scudo.

Entrambi sono identificabili con sicurezza grazie a iscrizioni in lingua etrusca che li accompagnano. Sul lato B del recipiente sono rappresentati invece Troilo, anch’esso identificabile attraverso un’iscrizione, e probabilmente Pentesilea, la regina delle Amazzoni. Sotto l’ansa sinistra si trova la figura di un guerriero anziano riconoscibile in Nestore; al di sotto di quella di destra, una testa di leone evoca la fontana presso la quale Achille tese l’agguato a Troilo. In questo settore del vaso in un’iscrizione ulteriore compare il nome di Troia. Sull’imboccatura viene ricordato il nome del committente e/o del proprietario: Marce Atie.

Lo stamnos è al centro della mostra «Gli eroi di Marce Atie. Gli Etruschi dipingono il mito», allestita nel Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia fino al 20 marzo. Sono esposti anche gli altri, pochi resti del corredo funerario sfuggiti al saccheggio degli scavatori clandestini………..

 

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