Le sigarette di Susanna [di Franco Masala]

Non sono state molte le occasioni di ascoltare musiche di Ermanno Wolf-Ferrari a Cagliari: nel 1923 Le donne curiose, poi la sua opera più nota – I quatro rusteghi – comparsa tre volte (1939 per la visita dei principi ereditari Umberto e Maria Josè, 1961 e 1986) e infine Il segreto di Susanna nel 1958. Tutto qui.

Ben venga dunque il ritorno di un compositore che grazie alla sua formazione mitteleuropea riuscì a ritagliarsi uno spazio tra l’eredità verdiana e il Verismo, rivolgendosi spesso al mondo di Carlo Goldoni. Ancora ispirata al Settecento secondo la formula tradizionale dell’intermezzo è Il segreto di Susanna (1909), ora riproposta in forma semiscenica nel teatro Lirico cagliaritano.

L’atmosfera è quella della ripresa di situazioni e formule del passato che accomuna diversi musicisti del primo Novecento nell’interesse verso la musica settecentesca rivisitata. Basti l’accenno agli inserti finto settecenteschi nei Pagliacci, in Manon Lescaut, in Adriana Lecouvreur, con Leoncavallo, Puccini e Cilea per tacere dei numerosi episodi di Richard Strauss dal Rosenkavalier all’Ariadne auf Naxos. Wolf-Ferrari ricorre alla cornice di stampo antico ma con un aggiornato stile di composizione che innesta Debussy e l’ultimo Verdi su riferimenti sia musicali che scenici a Mozart, Rossini e Donizetti.

La musica di Wolf-Ferrari si sviluppa gradevolmente sottolineando le schermaglie tra i due freschi sposi che nel momento culminante assumono il fumo come elemento fondante del loro amore. Ne risulta una partitura fresca e vivace con una sorta di circolarità che va dalla briosa ouverture alla lieta conclusione con duetti e arie di durata contenuta (in totale 50 minuti circa).

L’opera è stata preceduta dalla suite de I gioielli della Madonna, unica “scivolata” verista di Wolf-Ferrari dove si alternano pezzi gioiosi e altri melodici in una specie di reminiscenza napoletana trasferita al primo Novecento, decisamente accattivante.

L’esecuzione è stata affidata al maestro Francesco Ommassini che concerta le musiche con sapienza e partecipazione anche fisica, soprattutto nella suite dove le percussioni sono impegnatissime, mentre i due interpreti de Il segreto di Susanna, Gilda Fiume e Biagio Pizzuti, si fanno valere per doti vocali ma con un certo impaccio nei movimenti. L’opera infatti è stata rappresentata in forma semiscenica senza però indicarne l’artefice, con un divano e un tavolino all’interno di uno spazio piuttosto ristretto in mezzo all’orchestra, utilizzando anche la primissima parte della platea. Ottimo il mimo Paolo Corda, servo muto, quasi un incrocio tra Charlot e Totò.

Successo cordiale da parte di un pubblico ancora più sparuto di altre volte.

Una domanda finale: Il segreto di Susanna è una delle opere più adatte al nuovo teatro Melis, inaugurato e già negletto, dove non sarebbe stato male allestirla in forma teatrale all’interno di una stagione comprendente altre opere simili o recital di canto, assenti da Cagliari ab immemorabili. È lecita la speranza?

*foto di Priamo Tolu ©

 

 

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