Bomba o non bomba [di Raffaele Deidda]

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“Bomba o non bomba siamo arrivati a Roma, malgrado voi”, diceva una canzone del 1978 di Antonello Venditti. Metafora per raggiungere una meta, un successo. Sulla Sardegna è in programma una pioggia di bombe e missili nel prossimo autunno, i titoli dei giornali nazionali e sardi nei giorni scorsi. Si riferivano al documento del Ministero della Difesa. Da settembre anche gli F-15 e gli F-16 dell’Israeli Air Force verranno a Capo Frasca per sganciare bombe inerti da una tonnellata. In un’isola che ospita il 61% delle servitù militari e i tre più grandi poligoni d’Europa.

Non cantavano Venditti i nove parlamentari sardi nominati col porcellum (legge elettorale illegittima per la Corte Costituzionale) alla Camera dei Deputati. Oggi quel ritornello bomba o non bomba risuonerà nelle loro orecchie per aver votato a favore dell’equiparazione dei limiti d’inquinamento nelle aree militari a quelli delle aree industriali. Erano arrivati a Roma nel 2013 per tutelare gli interessi della Sardegna, malgrado chi dubitava che l’avrebbero fatto.

Intanto, secondo il Programma esercitazioni a fuoco secondo semestre 2014 del Reparto Sperimentale Standardizzazione al Tiro Aereo – Air Weapon Training Installation (Rssta-Awti) del 3 marzo 2014, nei poligoni sardi equiparati alle aree industriali pioveranno bombe. Non più inquinanti per i nostri parlamentari del gas della Saras a Sarroch o del cloro soda a Macchiareddu.

Risuonano sempre più flebili ed inascoltate le “proteste” della giunta Regionale per bocca della Spano, assessore all’ambiente: “La Giunta non ritiene accettabile l’assimilazione dei poligoni militari alle aree con destinazione industriale.[…] non mancheranno interlocuzioni forti con il Governo per arrivare a una soluzione quantomeno accettabile (sic?!) per la nostra Regione […] anche il presidente Pigliaru ha inviato una nota al Presidente del Consiglio Renzi, opponendosi alle soglie, aumentate di cento volte rispetto ai limiti in vigore”.

Intanto le proteste nulla possono contro la dura lex del Governo, votata anche dal Parlamento. Con i parlamentari sardi in prima fila, proni e chini, supportati dal ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, ospite ferragostano in terra sarda che, fra una degustazione di prodotti tipici e l’altra, ha ricordato ai nativi come il DL Competività sia foriero di un’accelerata semplificazione per le bonifiche ambientali. Non ha chiarito con quali risorse e quando verranno effettuate. Nel frattempo green economy, ha sollecitato il ministro Udc. Facciamo coltura intensiva del cardo per la rivoluzionaria chimica verde. Il tutto in assenza di un Piano Industriale Regionale e di un Piano Energetico Regionale ed in presenza, sulle questioni specifiche, di un’imbarazzante incompetenza della giunta.

Galletti fa il paio con un suo collega total green. Dario Franceschini, ministro del MIBACT, quello del “gran bisogno” di campi da golf nel sud (http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/2700). Trovandosi a Sassari per la Faradda ed alla ricerca degli antenati suoi e della sua fidanzata ha taciuto su migliaia di ettari di terreno agricolo sottratti ad una corretta destinazione in favore della monocoltura del cardo da usare come combustibile a Porto Torres. Two green ministers are better than one, direbbero a Cambridge e noi più realisticamente alla faccia della tutela dell’ambiente e del paesaggio agricolo e culturale.

Intanto a settembre gli israeliani sganceranno in Sardegna un po’ di bombe inerti. Giusto per esercitarsi in previsione di quelle da sganciare nei territori palestinesi. Se fossero arrivati a Ferragosto avrebbero potuto anche loro sganciarci chiacchiere sulle loro bombe. Magari che sono caricate ad ortaggi coltivati in Sardegna, tanto il comitato accoglienza se le beve tutte e ricambia con degustazioni made in Sardinia.

Peccato, a settembre dovremmo accontentarci delle bombe vere mentre la giunta regionale minaccia “interlocuzioni forti” con il governo! Per un minimo di decenza la smetta di borbottare facezie. Non ci crede nessuno. Né i suoi componenti né, soprattutto, i sardi.

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