La macelleria linguistìca di Pigliaru e Firino [di Giuseppe Corongiu]

semper sa limba tua apas presente

Cancellare definitivamente la politica linguistica a favore del sardo faticosamente costruita in quest’ultimo decennio. Tornare all’epoca ante Soru e Mongiu. È questa la palese volontà della Giunta Pigliaru che si manifesta in questi giorni con la proposta di tagli feroci e indiscriminati allo stanziamento di bilancio 2014 che riguarda la lingua sarda. Chi ha deciso l’annientamento di questo mondo si serve dell’incolpevole Claudia Firino e del suo staff. Essi saranno le giuste vittime sacrificali quando si deciderà di recuperare e sarà necessario incolpare qualcuno.

Per intanto dagli atti depositati dalla Giunta in Consiglio Regionale risulta la proposta di un taglio alle politiche linguistiche superiore ai 3 milioni di euro, la quasi totalità dei già risicati fondi a disposizione. Il taglio più importante è quello a sostegno della presenza del sardo in tv, in radio, nel web e nelle riviste (2.065.000), ma ugualmente doloroso è quello di 500 mila euro a danno degli uffici linguistici. Centocinquanta giovani laureati e specializzati (per i quali si investito in formazione in questi ultimi anni) se questo taglio fosse asseverato dal Consiglio, perderebbero il posto di lavoro. Per loro resta solo il magro finanziamento ministeriale.

Ma non meno dannose sono le cancellazioni di importanti e qualificanti iniziative quali l’Atlante Linguistico diretto da Michele Contini, la Conferenza della Lingua Sarda 2014, le opere didattiche e i videogiochi in sardo, le mappe linguistiche del progetto Camilisa e le opere di autori europei tradotte in sardo. Spazzato via anche il Correttore Ortografico della lingua. Stesso destino per gli stanziamenti relativi a Sa Die e Bilinguismu Creschet con l’Università di Edimburgo al palo.

Si salva, per ora, l’ufficio regionale della lingua con 5 addetti impiegati tra Cagliari e Sassari, ma solo perché la direzione uscente aveva fatto un impegno pluriennale obbligatorio che non può essere disatteso contabilmente.

A questo punto è inutile sollecitare l’assessore Firino per la nomina del nuovo direttore del servizio lingua (vacante dal 16 maggio) o per l’approvazione del Piano Triennale (al quale è legata la spesa). L’obiettivo di questo governo regionale è annullare tutto il lavoro fatto finora e queste due apparenti inadempienze sono invece due scelte coerenti col progetto. Il Servizio verrà probabilmente soppresso e il Piano di spesa è inutile dal momento che i fondi sono azzerati.

Non c’è nessuna traccia delle imprudenti promesse fatte dal l’assessore Firino in questi pochi mesi di accanimento antilinguìstico. Una legge per il sardo a scuola, un canale tv in sardo, una ricerca sociolinguistica, un tavolo di consultazione, la valorizzazione degli sportelli. Tutte amenità dette per prendere tempo.

Interpellata in aula l’assessora risponde con penose ‘bugie’ tecniche suggerite da uffici generali che pensano che la gente abbia ancora l’anello al naso. <L’esponente della Giunta Pigliaru ha precisato che i presunti tagli che sono stati effettuati nell’assestamento di bilancio, sono in realtà riduzioni di voci di bilancio che in ogni caso nel 2014 non potevano avere conseguenza in termini di erogazione di spesa>. Si tratta di una penosa bugia. Nella quota di spendita del patto di stabilità si sceglie cosa ha la priorità. Evidentemente la lingua sarda non ha ora questo requisito politico e gli stanziamenti vengono annullati per scelta (cioè si preferisce spendere la quota disponìbile altrove) non per obbligo contabile.

Anche per il sardo a scuola il discorso è più complesso. La giunta Cappellacci ha inopinatamente non finanziato il capitolo. Ma è anche vero che da marzo a oggi si poteva fare una variazione di bilancio per rimpinguarlo. E non si è fatta. Scelte non necessità.

Perché allora l’ossessione di distruggere ciò che Soru e Mongiu hanno creato e che neppure Cappellacci ha insidiato? Sarà d’accordo la maggioranza ‘sovranista’ in Consiglio Regionale? Avrà la forza il Consiglio di dire no alla Giunta? Chi ha paura della politica linguistica? Quali reali interessi si tutelano e si nascondono dietro questa cieca opera di distruzione?

7 Comments

  1. Sandro Meloni

    Condivido e apprezzo il contenuto dell’articolo, ma mi chiedo quanto un assessore e il suo staff possano essere “incolpevoli” di fronte ad una decisione ad alto contenuto simbolico quale quella di azzerare gli sforzi e il lavoro di anni che finalmente iniziavano a trovare un approdo ed a strutturarsi nell’azione politica regionale.

  2. Roberto

    Certo che in un momento di crisi come questo la priorità è destinare risorse alla lingua sarda! Ma apriamo gli occhi! I nostri giovani disoccupati avranno molti benefici dallo studio del sardo? O forse gli sarebbe più utile l’inglese per trovare sbocchi nel mondo del lavoro? Meditate gente, meditate…

  3. Antoni Nàtziu Garau

    Roberto,
    ddu naro in curtzu, ma pro èssere craros:
    1) Is resursas prevìdidas pro is polìticas linguìsticas in Sardigna fiant, a dolu mannu, pagu cosa: prus o mancu su 0,06 % de su bilàntziu de sa R.A.S. pro su 2014: me in sa proposta de assentu de bilàntziu de sa Giunta regionale sunt torradas agiumai a nudda! Meda ddi paret?
    2) Sa connoschèntzia de una lìngua, prus che totu si custa lìngua est una de is chi faghent parte de su repertòriu de sa comunidade in ue si bivet e est sa lìngua istòricu-identitària de cussa comunidade, est semper profetosa pro totus e fintzas pro is giòvanos disocupados, chi – lassende a parte su valore identitàriu chi sa lìngua isbòligat – pròpiu dae s’ischire faeddare e iscrìere cussa lìngua podent tènnere una possibilidade in prus de agatare traballu. Si vostè est agnòsticu e non ddoe creet, pighet pro bonu a su mancus su printzìpiu chi sa lìngua sarda “si bene non faghet, non faghet nemmancu male” e respetet chini dda faeddat.
    3) Sa connoschèntzia de su sardu no impèigat sa connoschèntzia de s’inglesu o de cale si siat àtera lìngua, antzis dda favoresset. Meledet, Roberto, meledet!
    Antoni Nàtziu Garau

  4. gianni puggioni

    per me la promozione della lingua sarda é una vera e propria distrazione da quelle che sono le prioritá di quest’isola. Bellissimo in teoria per valorizzare la Sardegna, ma a cosa serve veramente, con I problem enormi che abbiamo a trovare risorse per cose ben piú importanti? Per me é come una persona con uno stipendio piccolo piccolo che compra lo champagne come prima cosa al supermercato. Gli unici che ci hanno guadagnato finora sono I produttori di cartelloni stradali, per le richieste dei comuni che vogliono avere la doppia denominazione. Svegliamoci, stiamo ancora prendendo le decisioni come se ci dovessimo opporre o segnare la distanza con lo stato italiano, mentre I problem sono nella nostra terra e mentalitá. Ci vorrebbero iniziative per promuovere l’apertura alle altre culture piuttosto che questo elogio autoreferenziale.

  5. G. Ledda

    Sa cosa prus trista est a lèghere sos cummentos, de àteros sardos, a favore de s’istermìniu de sa limba sarda, s’indiferèntzia còmplitze a in antis de sa pulitzia linguìstica chi at caraterizadu e caraterizat sa polìtica culturale de custa giunta.

  6. maria cristina lampis

    Sa valorizzazioni de sa limba esti cosa de valori,ma is tempusu funti malusu e non intendere a cussa origa.Annus seusu abettende.

  7. Pingback: Pigliaru sceglie: dichiarazione di guerra alla lingua sarda! – Roberto Carta

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