Una tassa di sbarco per i turisti? Cinque argomentazioni contro [di Adriano Bomboi]

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La proposta è di Centro Democratico, SEL e Partito dei Sardi: tassare i turisti. Invero lo scorso novembre fu presentata anche da Luigi Crisponi dei Riformatori Sardi. La differenza? Quest’ultimo propose di applicare un balzello turistico dell’importo di 4 euro, mentre stavolta il terzetto ha proposto di elevare questa nuova proposta di tassazione fino ad un massimo di 10 euro a turista.

Vediamo cinque semplici argomentazioni contrarie all’infausta idea:

1) Le disastrose stagioni turistiche degli ultimi anni consigliano a qualsiasi amministrazione di buon senso di ridurre le tasse piuttosto che aumentarle. Il lieve aumento di arrivi della sessione 2014 non giustifica l’adozione di una nuova tassazione in materia.
2) L’eventuale introito potenzialmente ottenibile dalla Regione, basato su una stima media di 5 milioni di presenze annue, non è tale da permettere una valida redistribuzione del gettito fiscale per potenziare i servizi locali e regionali (pari a circa 20 milioni di euro su una ipotesi di 4 euro a biglietto).
3) La notizia di una nuova tassa costerebbe all’immagine del sistema-Sardegna un danno incalcolabile a favore della concorrenza di altre mete turistiche tirreniche e mediterranee.
4) Gli albergatori, unica categoria favorevole all’introduzione della nuova tassa omogenea per tutti, non risolverebbero la concorrenza interna che ritengono di subire dall’opaco mercato delle seconde case in affitto, dai campeggi e dai bed & breakfast. Più sensato invece avviare una battaglia politica per una riduzione generale del fisco che grava sul settore ricettivo, albergatori inclusi.
5) Ad oggi solo 9 Comuni sardi hanno ritenuto opportuno applicare una tassa di soggiorno rispetto alle centinaia di amministrazioni locali che non l’hanno adottata, trovandola invece lesiva dei propri interessi.

E’ vero che altrove esistono da tempo forme di tassazione del soggiorno e dello sbarco turistico, ma ogni offerta di servizi al consumatore non può non tenere conto del contesto in cui opera. E nel nostro caso, il fisco e la complessa situazione dei trasporti suggeriscono di evitare confronti impropri con altre realtà.

Consiglio alla nostra classe politica di entrare nel novero dei Paesi civili e di promuovere dei rapidi referendum popolari qualora intendesse dare seguito a determinare proposte suscettibili di gravare pesantemente sull’economia reale. Perché in Sardegna, qualora lor signori non fossero informati, esistono numerosissime attività la cui unica forma di reddito deriva dalla stagionalità turistica.

Ricordiamoci infine la storica lezione di James Madison, tra i padri del costituzionalismo USA: ogni qualvolta ci si trova in un periodo di crisi, la politica non trova di meglio da fare che proporre misure destinate ad aumentare la sua sfera d’influenza. Naturalmente a spese dei cittadini. In Sardegna non abbiamo un Tea Party, ma probabilmente l’indipendentismo dovrebbe rifletterci attentamente sopra.

 

6 Comments

  1. anna maria busia

    il collega consigliere Crisponi ha parlato di una tassa di soggiorno in un comunicato stampa e non ha presentato nessuna proposta di legge. Suggerirei più prudenza nelle informazioni.
    Per il resto rimando ai numeri forniti durante la conferenza stampa. Il resto sono chiacchere inutilmente demolitive.

  2. I Riformatori sono a loro tempo stati fatti partecipi di queste analoghe osservazioni, ragion per cui probabilmente decisero di rinunciare al proposito.
    Ma ha ragione, ci vuole più informazione. Aggiungo una sesta motivazione a quelle dell’articolo: la Regione spesa il co-marketing dei vettori low-cost mentre vorrebbe contemporaneamente applicare una tasa di sbarco. I casi sono due: o i proponenti di questa sciagurata iniziativa non hanno competenza in materia di trasporti, oppure siamo al paradosso più assoluto. Non so cosa sia meglio.

  3. Nicola Sanna

    Prima di tassare il turista, dagli modo di sbarcare!
    Se la signora Busia volesse approfondire la questione, suggerisco di valutare il fatto che non esistono voli diretti dal Regno Unito per la Sardegna che non siano i low cost, ad esclusione dei mesi maggio-settembre con i voli settimanali Meridiana. Prima di pensare alla tassa di sbarco, cerchiamo di capire perché dal Regno Unito alla Sardegna si spenda quanto andare a Dubai, e il volo duri altrettanto se ci si mette uno scalo. La gran parte dei turisti che vorremmo avere non viaggia sui low cost, perché questi partono da aeroporti fuori mano e non assicurano il comfort complessivo delle altre compagnie. Possibile che la compagnia di bandiera, che tanto ci é costata in tasse, non assicuri un volo diretto dal Regno Unito alla Sardegna? Se non mi crede, faccia pure una ricerca, immaginando di essere un turista britannico in cerca di una settimana di vacanza. Altro che tassa di sbarco. Alla fine, la provocazione di Briatore con la linea aerea Billion-Air sembra avere piú senso.

  4. Nuccio Monello

    Tasse, tasse ed ancora tasse per soddisfare gli appetiti della “belva” !
    Questi mai paghi aguzzini stanno affondando l’economia del turismo, fermiamoli subito …
    In Grecia si diminuisce l’iva (6,5%) per sostenere ed incoraggiare l’impresa turistica, in Italia, con iva al doppio, si allarga a macchia d’olio la TASSA DI SOGGIORNO e si propone quella di sbarco … a quando quella per respirare ?!
    Pretendere il pagamento di un obolo a qualcuno SOLO per il fatto che ha scelto di recarsi nella destinazione “x” piuttosto che in un’altra, rappresenta un tale controsenso, in termini di strategie della promozione e dell’accoglienza, che dovrebbe indurre gli operatori e i cittadini a sbarazzarsi velocemente di questi folli incompetenti!

    PS – Come si evince facilmente dalle conclusioni di Bomboi:
    “La deduzione è che i proponenti di CD, SEL e PdS non hanno una valida competenza relativa al complesso sistema dei trasporti dell’isola, né hanno sufficienti informazioni sul quadro ricettivo sardo, e non sono in grado di sviluppare adeguate argomentazioni in grado di sostenere un ulteriore balzello a danno del nostro settore terziario”.

  5. Nuccio Monello

    Precisazione:
    La stima degli sbarchi si calcola sugli arrivi (circa 1,5 mln) e non sulle presenze (che non ammontano a 5,0 mln ma a più del doppio …)
    A che serve promuovere una destinazione se questa risulta essere DIFFICILMENTE RAGGIUNGIBILE a causa degli altissimi costi di viaggio ?
    Tratte aeree LC che sono sempre meno LOW e sempre più COST osi … ma SOPRATTUTTO:
    Le navi-traghetto NON TRAGHETTANO … ma continuano a solcare le acque del mare nostrum, con le cabine inspiegabilmente e desolatamente VUOTE e PAGATE da tutti noi con la continuità territoriale, inquinando come se fossero a pieno carico !
    Vogliamo considerare il problema con il suo giusto nome ?
    FOLLIA, INETTITUDINE ed INCOMPETENZA della classe politico-amministrativa che dovrebbe governare quest’isoletta abbandonata!
    Senza un consistente incremento di arrivi e presenze la crescita turistica dell’isola e della sua capitale rimangono solo irraggiungibili chimere.

  6. Gianni Vargiu

    Ha ragione Nuccio…Che senso ha far pagare un biglietto altissimo, su una nave che viaggia semivuota ? 3?? Non è. il caso di giocarsi un “domani vieni in Sardegna, è gratis !!!!

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