Uomini e topi (a Cagliari) [di Carlo Arthemalle]

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I topi costituiscono l’altra popolazione di mammiferi che contribuisce a fare di Cagliari una città popolosa e a suo modo pittoresca. I topi infatti, più degli umani, contribuiscono a tener viva l’attenzione su una serie di problemi quali l’urbanistica, la tutela del patrimonio edilizio, la sanità pubblica e altre cose ancora. I meriti di questi nostri coinquilini sono cosi evidenti da costringere persino l’Unione Sarda a recuperare ogni tanto il ruolo di strumento sociale e a far sì che nelle sue pagine, oltre alla cronaca giudiziaria e ai pettegolezzi sulla scalcinata casta nostrana, appaiano anche notizie di utilità pubblica.

Il degrado nel quartiere marina negli anni scorsi, l’abbandono di vecchi palazzi nel centro storico e gli immondezzai distribuiti a macchia d leopardo hanno trovato spazio nelle pagine dell’Unione solo grazie all’attivismo di colonie più o meno nutrite di questi roditori. Io credo che, se se fossimo capaci di riconoscenza dovremmo, anno per anno, individuare la colonia dei ratti che si è maggiormente distinta nelle segnalazioni e premiarla adeguatamente.

Se dovessimo iniziare da quest’anno con i premi dovremmo sicuramente scegliere i topi di Corso Vittorio Emanuele che a più riprese hanno segnalato lo sconcio del rudere di proprietà pubblica situato all’angolo con via Maddalena per poi soffermarsi sull’area prospiciente a via Caprera dominata dall’arco che immette nella zona, ricca di patrie memorie, chiamata Palabanda.

La storia di questo pezzo di città, svelataci dal quotidiano cagliaritano, è veramente esemplare. In quella topaia a cielo aperto un cittadino intendeva intervenire dieci anni fa e, a questo scopo, aveva presentato un progetto che teneva conto di tutti i codicilli previsti e aveva meritato, quindi, l’approvazione della competente commissione edilizia comunale. Ma l’ufficio urbanistica della Regione sarda si è opposto accampando motivi di carattere paesaggistico e la pratica si è arenata a tempo indeterminato.

Le procedure che si bloccano sono una specialità italiana ma il Comune di Cagliari è in lizza per battere ogni possibile record. Le pratiche fermate da leggi farraginose e dalla burocrazia nemica sono migliaia e quasi altrettanti sono i lavori che non riescono a partire, inchiodati da un sistema incapace di dire di si ma anche di dire di no in tempi decenti. In una città e una regione massacrate dalla mancanza di lavoro certe disposizioni e certi atteggiamenti dovrebbero configurarsi come alto tradimento ed essere puniti dal codice militare.

Qui ci vorrebbe davvero il flauto magico, quello di Hamelin, capace di attraversare suonando la città per trascinarsi dietro topi, politici pasticcioni e funzionari pubblici; giù, giù sino al canale di Mammarranca, per un salutare bagno rigenerante.

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