Dov’è finito l’artigianato d’arte ? [di Jacopo Scassellati]

Jacopo_scassellati_Cavallo

Il presente dell’artigianato artistico in Sardegna verte in uno stato di stagnazione e confusa identità. Ricordo da bambino le fiorenti esposizioni delle Biennali dell’Artigianato artistico organizzate dall’ I.S.O.L.A. nel Padiglione Eugenio Tavolara a Sassari. Qui gli artigiani del settore artistico si confrontavano, dialogavano e crescevano insieme mostrando l’ innovazione dei loro linguaggi. Ognuno con una cifra stilistica ben delineata ma con un unico denominatore: l’eccellenza.

Oggi tutto questo appare, salvo le dovute eccezioni che ancora danno lustro alla Sardegna, come un fantasma del passato. Perchè? Oggi più che mai, considerando i tempi verso i quali ci stiamo incamminando, al fine di evitare d’essere inghiottiti in quel vortice che tende a sfiduciare le potenzialità e a destabilizzare la stima della propria identità culturale, abbiamo il dovere di urlare con prepotenza la volontà di rifondare un forte rinascimento sardo, che, ponga il suo seme ed il suo senso nel dialogo, tra tradizione e innovazione dove un’attenta e puntuale tutela ci assicurerebbe un presente ma anche un futuro.

E’ in questo preciso istante che bisogna agire senza attendere inermi la morte ed il declino definitivi. Tanta è la paura che le tradizioni, tramandate di generazione in generazione, si perdano. Siamo in tempo, problematizzando la crisi senza piangersi addosso, per riattivare il percorso che ha fatto, nel passato, grande la storia dell’arte e dell’artigianato in Sardegna.

Questo passato ha contraddistinto la nostra terra e le sue produzioni. Un fiore all’occhiello,  in Sardegna ma anche in Italia e nel mondo intero. Ogni artigiano aveva e ha la propria ricerca, le proprie ricette, frutto di un lungo percorso. Le varie fiere internazionali, tra cui quelle di Milano e Firenze, esponevano la raffinatezza  della Sardegna, nello stand curato dall’I.S.O.L.A.. Grande era l’orgoglio di essere sardi perchè così ben rappresentati.Tutto il mondo conosceva la nostra produzione di artigianato artistico. Fiorente il collezionismo.

Oggi questa realtà langue. Con la chiusura dell’Ente I.S.O.L.A. si è attivato un meccanismo di spersonalizzazione e di degrado culturale dell’artigianato artistico, aggravato da un turismo culturalmente distratto che non crea, nella maggior parte dei casi, investimenti e ricchezza. Ma non basta. Con la chiusura dell’ I.S.O.L.A. si è assistito alla fine di diverse realtà produttive. E cosi se prima il turismo, indirizzato alla scoperta anche della cultura materiale sarda e del sapere delle mani,  attento ricercava  nei punti vendita qualificati – vere e proprie mostre – le collezioni dei singoli artigiani, oggi che accade?

Oggi esistono ancora luoghi simili ma si contano sulle dita di una mano. Altro problema è l’assenza di una tutela dell’artigianato artistico, vero, autentico, colto. La mancanza di tutela dà vita all’invasione selvaggia di manufatti di bassa qualità che hanno l’arroganza di rappresentare un’intera cultura. Commercianti scriteriati nei loro negozi con scritto artigianato artistico propongono oggettistica di scarso valore, souvenir, privi e irrispettosi di qualsiasi identità culturale e artistica.

È possibile senza rimpianti del passato, fortificando la consapevolezza di chi siamo, porre ordine, disciplina e rispetto? Dare vita ad un organo o commissione che garantisca la tutela dell’artigianato artistico sardo come patrimonio culturale ? Sì. Basta volerlo.

* Foto: Cavallo di Jacopo Scassellati

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