Lettera aperta a Pigliaru, Maninchedda. E anche a Soru [di Sergio Vacca]

santachiara

Egregi Presidente, Assessore, Segretario del Pd,
prendo le mosse da uno dei quasi quotidiani interventi dell’Assessore Maninchedda nel sito Sardegna e Libertà Magazine, per fare alcune considerazioni e porre alcuni quesiti. Mi riferisco a quello dell’8 settembre, dal titolo “Primi incontri con le Procure per la sicurezza. Soli, senza personale e con troppe canne nei canali”. Nel corso dell’analisi, cita l’Enas. Testualmente “l’ente delicatissimo che governa le nostre dighe, cioè le infrastrutture più delicate presenti nel territorio, è sottodimensionata nel personale e sottofinanziata, nonché ancora in regime commissariale nonostante tutti gli atti necessari a farla tornare ad un regime ordinario siano stati messi in atto”.

Come cittadino, tuttavia informato sui fatti, non stento a credere che l’Assessore abbia esperito tutti gli atti necessari a riportare l’Ente nella condizione in cui il suo primo CdA lo lasciò il 5 giugno 2011 alla scadenza del mandato. Anzi certamente, attraverso gli indirizzi della Giunta e suoi, a portare l’Ente a raggiungere tutti gli obiettivi previsti dallo Statuto. Statuto che, nel frattempo, ha purtroppo subito alcune vistose manipolazioni per dequalificarne il livello apicale.

Certamente il Presidente e l’Assessore avranno trovato tra le carte ereditate dal precedente Governo regionale il “Resoconto di fine gestione 2007-2011”, inviato dal CdA di Enas il primo giugno 2011 ai loro predecessori, documento nel quale sono sintetizzati i risultati fin lì raggiunti e indicate alcune prospettive. Questi alcuni dei punti significativi.

In primo luogo quello economico finanziario. Dal 2008 al 2010, il costo di produzione del metro cubo d’acqua è calato del 7,6%, assestandosi a 0,054 euro. Il prezzo applicato da Enas ai grandi utenti è in realtà un “contributo per il recupero dei costi” calcolato sulla base di un piano adottato ogni anno dal Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino e approvato dalla Regione.

Attività di ricerca e sviluppo
Energia. Uno degli obiettivi strategici di Enas è quello di raggiungere entro il 2014 l’autosufficienza energetica attraverso lo sfruttamento, oltre che della fonte idroelettrica già in uso, delle energie eolica e solare, in un’ottica di rispetto per l’ambiente.
Questo permetterebbe di affrancare il sistema idrico multisettoriale, la cui attività è caratterizzata da un elevato fabbisogno energetico, dall’utilizzo di energia fossile. Permetterebbe, inoltre, a Enas un consistente risparmio economico, con conseguente riduzione del costo dell’acqua grezza per i grandi utenti.

Studi e progetti. Tra le attività dell”Enas vi è anche la redazione di un parco studi, progetti ed esecuzione lavori di opere pubbliche per un importo stimato per il il 2011 superiore a 300 milioni di euro, facendo ricorso ai proprio uffici tecnici. Si tratta di opere appartenenti dal demanio regionale.

Cooperazione internazionale. L’esperienza accumulata negli anni negli studi, nella ricerca e nelle analisi (effettuate nel laboratorio di controllo della qualità delle acque, un’eccellenza in Italia) fanno di Enas un interlocutore qualificato. Da qui l’impegno dell’ente di trasferire le sue competenze, come prevede il suo stesso statuto, in quei paesi in cui l’approvvigionamento idrico è ancora un problema.

Tale attività, cominciata sin dagli anni Novanta, nel tempo ha visto i tecnici dell’Enas in Bosnia a cui, all’indomani della guerra, è stato donato un potabilizzatore. In Afghanistan, dove i 500 mila abitanti di Herat potranno presto contare su una rete idrica nuova. In Venezuela, dove è stato avviato uno scambio di saperi con i tecnici dell’Hidroven, l’ente pubblico addetto all’approvvigionamento idrico del paese. In Palestina e in Giordania, dove saranno sperimentate avanzate tecniche di riutilizzo dei reflui in agricoltura.

Turismo lacustre. Da qualche tempo Enas ha avviato una collaborazione con gli enti locali, finalizzata all’uso dei laghi a scopi turistici, in modo da creare opportunità di sviluppo e rilancio del territorio. Già sperimentata con successo in diverse occasioni, questo tipo di collaborazione si è tradotta recentemente in veri e propri accordi con alcuni comuni (Isili, Siliqua, Monteleone Roccadoria, Luras, Sant’Antonio di Gallura, Consorzio turistico dei laghi) che, in attesa del regolamento generale sull’uso degli invasi artificiali allo studio della Regione, fissa dei punti fermi a cui i comuni dovranno fare riferimento nella gestione, sempre insieme a Enas, di quelle attività di carattere turistico (come escursioni dei visitatori o di scolaresche) o sportivo (come allenamenti o gare) per le quali arrivano numerose richieste dal territorio.

Il futuro. Grazie alla razionalizzazione del settore idrico oggi in Sardegna i grandi utenti Enas hanno accesso all’acqua in maniera uguale. Significa che non solo non ci sono zone in cui c’è acqua più che in altre, ma che la risorsa idrica è erogata ovunque con la stessa pressione, in modo che tutti beneficino di questo importante bene nell’identica maniera.

Per il prossimo triennio l’Ente acque della Sardegna si è posto alcuni obiettivi strategici:

1. Lavorare al consolidamento dell’organizzazione operativa dell’ente attraverso lo sviluppo di un’identità unica tra le varie componenti del personale (quello proveniente dall’ex EAF, dai consorzi di bonifica e dall’ex Esaf) e una più efficiente distribuzione del personale tra i servizi dell’ente e su base territoriale. Nuovo assetto delle sottoarticolazioni dei servizi. Copertura delle carenze nell’organico attraverso concorsi pubblici.

2. Potenziamento della produzione di energia rinnovabile, considerato l’unico modo per proseguire nella strada indicata dalla Regione di una forte riduzione del costo dell’acqua grezza per gli utenti.

3. Studio, progettazione e appalto dei lavori dei grandi schemi esistenti o di nuova concezione. Si tratta dell’ammodernamento e potenziamento degli acquedotti del Coghinas. Dello schema di interconnessione Tirso-Flumendosa con l’area del Sulcis-Iglesiente. Del completamento dello schema acquedottistico n. 39 per l’alimentazione potabile della fascia costiera sud orientale.

4. Proseguire nel programma di gestione delle opere accelerando la transizione appena avviata da una gestione degli impianti basata sulla presenza degli operatori negli impianti a una basata sul telecontrollo e il telecomando.

5. Proseguire e potenziare l’attività di riqualificazione degli invasi dell’ente, creando opportunità di valorizzazione del patrimoni ambientale e ambientale e culturale rappresentato dai laghi artificiali e dalle rilevanti opere d’ingegneria esistenti, con il fondamentale contributo degli enti locali in cui si trovano le opere.

6. Migliorare la qualità dell’acqua erogata, e in particolare quella potabile, modificando, secondo il dettato dell’assessorato regionale dei Lavori Pubblici, il paradigma quantitativo in qualitativo-quantitativo, attraverso un ulteriore sviluppo dei controlli automatici nei laghi e la teletrasmissione sullo stato trofico.

Questo era l’Ente Acque della Sardegna nel 2011. Non tocco, per carità di patria, il tema dei crediti che Enas vanta nei confronti di Abbanoa. Né dei debiti accumulati nei confronti dei Consorzi di Bonifica per i mancati trasferimenti dei fondi da parte della Regione.

Nella sintesi estrema del suo scritto l’Assessore Maninchedda ha indicato i mali di cui soffre attualmente l’Ente. Non è certamente necessario ricordarli in dettaglio al Presidente, all’Assessore dei Lavori Pubblici, ma anche al Segretario del maggiore partito di Governo. Hanno tutti gli strumenti necessari per acquisirli.

Un’unica domanda: nominare l’Amministratore ed il Direttore generale e dare anche con provvedimenti ad hoc un assetto maggiormente stabile alla dirigenza di Enas e risolvere le attuali contingenze finanziarie – così come autorevolmente richiesto dall’Assessore Maninchedda – è così complicato da richiedere tempi infiniti?

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