Eccellenze italiane: metropolitana a Riad, bombe a Domusnovas [di Raffaele Deidda]

Renzi con principe ereditario

In visita al cantiere della metropolitana di Riad che si sta realizzando con imprese fra cui Impregilo e Ansaldo, il presidente del Consiglio Renzi ha dichiarato: “Basta con chi vuole bloccare il Paese, l’Italia riparte”, evidenziando che l’opera sia un esempio della tecnologia e della imprenditorialità italiane e che l’Italia “Sia vista non solo come Paese dove andare a fare una vacanza ogni tanto ma in grado di offrire grandi opportunità”.

Stile discorsivo, informale e piacione a parte, viene da chiedersi chi siano quei folli, anzi quei gufi nemici del proprio paese che vorrebbero bloccare le imprese italiane che all’estero realizzano infrastrutture di pregio. Quello di Renzi, come sostengono gli esperti di comunicazione, è un linguaggio che cerca di imporre una verità che prescinde dall’effettiva validità e verificabilità dei contenuti. E’ spontaneo allora chiedersi perché le imprese italiane producano eccellenza ma prevalentemente all’estero.

Per il Censis dei primi 15 gruppi industriali italiani per volume d’affari solo in 2 realizzano in Italia buona parte del fatturato. Per gli altri il giro d’affari all’estero è tra 60% e 80% del fatturato complessivo. Le grandi imprese di costruzioni italiane hanno addirittura incrementato del 204,6% il fatturato realizzato all’estero. Ha ragione Renzi che l’Italia riparte, ma all’estero, perché l’economia italiana ha sofferto e continua a soffrire per il crollo della domanda interna e degli investimenti e per il peggioramento della finanza pubblica.

Per assurdo si potrebbe affermare che il successo di Imprengilo e di Ansaldo in Arabia Saudita sia dovuto in gran parte all’incapacità del Governo italiano di creare le condizioni necessarie per far sviluppare le imprese in Italia. Ha evidenziato ancora il Censis che sono in aumento le aziende italiane piccole che esportano anche se la loro incidenza sull’export complessivo è limitata, avendo spesso come riferimento un solo Paese di destinazione delle loro merci.

Sembra invece ottimo il fatturato della RWM (Rwm munitions) Italia, la società produttrice di armi sussidiaria della multinazionale tedesca Rheinmetall, con sedi a Ghedi (Brescia) e a Domusnovas in Sardegna. Sulla base delle ricostruzioni giornalistiche di Reported.ly, provengono da Domusnovas le parti necessarie ad assemblare le bombe Mk 82 e Mk 84 utilizzate dall’Arabia Saudita per combattere i rivoluzionari Houthi in Yemen. Con il correlato massacro del popolo yemenita.

Attraverso l’AIAD (Federazione italiana delle industrie per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza) si apprende che il core business della RWM Italia è dato da Bombe d’Aereo General Purpose e da penetrazione, Caricamento di munizioni e spolette, Sviluppo e produzione di Teste in Guerra per Missili, Siluri, Mine Marine, Cariche di Demolizione e Controminamento, Progettazione, sviluppo e realizzazione di Mine Marine e Sistemi di Controminamento. Le bombe prodotte a Domusnovas sarebbero considerate dai committenti “perfette per situazioni in cui è necessaria la massima esplosione e deflagrazione”.

Questa l’eccellenza che si può produrre in Italia e in Sardegna in particolare: ordigni letali, capaci di seminare morte e devastazione. Ma tant’è, per il presidente del Cosiglio è importante che “la qualità italiana sia considerata come un punto di riferimento nel mondo”. All’Arabia Saudita si può vendere sia la metropolitana che le bombe “perfette per situazioni in cui è necessaria la massima esplosione e deflagrazione”.

Purché sia fatta salva la qualità del “made in Italy”. Il fatto che la Sardegna, con la fabbrica di bombe e con le massive esercitazioni NATO in atto, si trovi particolarmente esposta a possibili azioni terroristiche non sembra preoccupare il governo centrale. La preoccupazione di quello regionale non risulta pervenuta.

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