Sardegna. Low cost, high confusion [di Raffaele Deidda]

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E’ quello che penserebbe un viaggiatore straniero constatando la situazione del trasporto aereo in Sardegna. Avrebbe le stesse difficoltà dei sardi che pure leggono i giornali, ascoltano la radio e guardano la Tv in lingua italiana, a capire cosa realmente stia succedendo nel settore che riguarda la cosiddetta continuità territoriale.

Di certo si sa che la compagnia Ryan Air ha, per il momento, soppresso nove tratte da e per la Sardegna. Perché? Perché non prende più soldi dalla Regione, sostiene il competente assessore regionale dei Trasporti. Anzi, l’assessore competente, trattandosi di docente universitario nominato dal Presidente Pigliaru in virtù del principio della competenza che la sua Giunta ha posto come elemento valoriale dell’azione politico-amministrativa.

Bene, perchè Ryan Air non prende più soldi dalla Regione? Perché l’Unione Europea vieta gli aiuti pubblici alle compagnie private. “Sull’intervento pubblico a favore del comparto aereo la Regione è ovviamente tenuta al rispetto della normativa nazionale e Comunitaria e ad applicare i principi fondamentali che regolano ogni provvedimento in materia”, ha dichiarato l’assessore regionale Deiana che ha richiamato la procedura di infrazione della Commissione Europea contro la legge 10 del 2010 che aveva finanziato il low cost.

Secondo il deputato di Unidos Mauro Pili l’assessore non è coerente: “Un consulente di nome Massimo Deiana nel luglio del 2011 scriveva un parere pro veritate per conto dell’aeroporto di Alghero. Il testo è chiaro: la regione deve pagare subito i low cost oppure bisogna perseguire penalmente la regione stessa che nega quanto stabilito. Un assessore regionale, con lo stesso nome del consulente, ora afferma l’esatto contrario: i voli low cost devono essere bloccati perché quei contributi sono sotto procedura di infrazione”.

Intanto si è formata una rete di imprenditori sardi, guidata da Federalberghi e Confcommercio, che vuole creare un fondo per far restare i voli Ryan Air in Sardegna. E’ partito il crowfunding per raccogliere almeno un milione di euro, cifra base per trattare con Ryan Air. Tutti d’accordo, quindi? Ma neanche per idea!

La Confesercenti, per esempio, non ci sta a scaricare sulle aziende responsabilità che sono solo politiche: “Non vogliamo che dopo le varie Ires, Irpef, Irap, Tari, Tasi eccetera ora arrivi a carico dell’impresa anche una tassa Ryan Air”. Non è d’accordo neppure l’Assoturismo Sardegna: “Seppure si riuscisse a raggiungere la cifra richiesta e un accordo con la compagnia irlandese resterebbe comunque il problema per gli anni a venire” e rivendica un tavolo di confronto Stato-Regione con la Compagnia low cost, allargato alle imprese sarde.

Parafrasando Ennio Flaiano verrebbe da dire: “La situazione in Sardegna è grave ma non è seria”. Si, perché a lanciare le accuse più pesanti contro la Giunta Pigliaru e il suo assessore dei Trasporti è l’ex Presidente della Regione Ugo Cappellacci: “Non hanno vigilato sul corretto funzionamento della continuità per Roma e Milano, varata dalla nostra Giunta, hanno abrogato in maniera ottusa la continuità per le rotte minori, stanno facendo scappare le compagnie low cost”. Eppure i supporti alle compagnie aeree low cost, contrari a quanto previsto dai regolamenti europei, erano stati attivati dalla Giunta di centrodestra guidata da Cappellacci.

A rendere lo scenario ancora più vivace, ma altrettanto confuso per i cittadini, arriva l’europarlamentare e segretario regionale del Pd Renato Soru: “Gli aiuti agli aeroporti sono ammissibili secondo la legislazione europea ed altrettanto ammissibili sono gli accordi tra aeroporti e compagnie aeree”. A suo dire non è corretto addebitare l’impasse creatasi “alle rigide norme europee o il disinteresse della Commissione Europea rispetto alle esigenze di mobilità della Sardegna” in considerazione del fatto che “Le norme europee non impediscono alle Regioni di sostenere lo sviluppo del traffico aereo tramite trasferimenti agli aeroporti per opere infrastrutturali, o per il finanziamento delle compagnie low cost, attraverso tariffe ridotte per i servizi aeroportuali, il cofinanziamento di campagne di co-marketing”.

Il messaggio è invece chiarissimo per l’Assessore Deiana che replica duramente al segretario regionale del Pd: “Un intervento oggi potrebbe essere molto rischioso. Non esiste ora un punto di riferimento interpretativo sulle linee guida. Abbiamo l’obbligo morale, prima che legale politico di non trascinare la Sardegna in avventure disinvolte, dettate da logiche tanto populistiche quanto superficiali, che presentano, anche dopo anni, il conto”. Sembra invece affezionato, l’assessore, alla realizzazione di un sistema di collegamento dell’isola con sei capitali europee di Spagna, Francia, Regno Unito, Svizzera, Germania e Benelux: “Si procederà con invito a tutti i vettori aerei a presentare manifestazioni di interesse per un collegamento, bi o tri settimanale”.

Tutto chiaro cari viaggiatori stranieri, italiani, sardi? Se no, aspettate i nuovi interventi chiarificatori dei politici sardi, che arriveranno certamente con più frequenza degli aerei. Così sarà evidente che, se non dovessero arrivare le tratte aeree low cost, non ci saranno responsabilità politiche. Perché loro, i politici tutti, sì che l’avevano detto cosa bisognava fare! E la Sardegna ha nei fatti un’altra servitù: quella della mobilità.

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