Festa dell’Architetto 2018: protagonista lo spazio pubblico [di Isabella Clara Sciacca]

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Il Giornale dell’Architettura  21 novembre 2018. Giunto alla sesta edizione, il premio è stato conferito alle opere che hanno contribuito a trasformare, promuovere, diffondere e salvaguardare la cultura, il territorio e l’innovazione architettonica.

Lo spazio pubblico, che circoscrive il nostro quotidiano e definisce il nostro benessere, deve essere quello nel quale l’esigenza individuale si fa progetto per l’intera comunità. A questa riflessione e al ruolo fortemente politico che l’architettura riveste è dedicata l’edizione 2018 della festa dell’Architetto, giunta al suo sesto anno e conclusasi il 16 novembre con l’assegnazione dei premi “Architetto italiano” e “Giovane Talento dell’Architettura italiana”.

Per l’evento, sotto la direzione del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori è stato, infatti, definito il tema “Una comunità per l’Architettura” con la volontà di evidenziare che avere uno spazio di vita migliore – e quindi architetture e paesaggi migliori – rappresenta una necessità di tutti i cittadini, perché, per dirla con le parole di Alessandra Ferrari, membro del CNAPPC, «Lo spazio nel quale conviviamo può e deve essere ben strutturato attraverso un impegno comune, per condividere servizi vitali per ciascuno ed in cui l’altro sia considerato come la condizione del nostro benessere più che essere percepito come un ostacolo».

A un anno di distanza dalla premiazione al MAXXI di Roma è Ca’ Giustinian, storica sede della Biennale di Venezia -che proprio in questa circostanza si conclude-, ad ospitare la festa e la premiazione. Oltre 400 le candidature pervenute per le opere completate dopo l’1 gennaio 2014 che abbiano contribuito a trasformare, promuovere, diffondere e salvaguardare la cultura, il territorio e l’innovazione architettonica.

Quest’anno le categorie nelle quali sono articolati i premi vengono ampliate con la creazione di un riconoscimento al prodotto di design oltre alle usuali menzioni che riguardano opere di nuova costruzione, opere di restauro o recupero, opere di allestimento o d’interni e opere su spazi aperti, infrastrutture, paesaggio.

La giuria, presieduta dall’architetto Dominique Perrault, ha visto la partecipazione dei vincitori dell’edizione 2017 – Emilio Caravatti dello studio Caravatti_Caravatti architetti, vincitore Premio “Architetto Italiano” 2017; Elisabetta Gabrielli, vincitrice del Premio “Giovane Talento dell’Architettura Italiana” 2017 – oltre che dell’architetto e designer Ilaria Marelli; Alessandra Ferrari, consigliera del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori; Paolo Raffetto, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Genova.

Per il “Premio Architetto italiano” si è imposto Map Studio di Francesco Magnani e Traudy Pelzel, autore del progetto “Tramway Terminal”, la pensilina di capolinea del tram realizzata a Piazzale Roma a Venezia. A colpire la giuria il linguaggio contemporaneo, elegante e misurato che parla di ricerca tecnologica e studio del dettaglio. Il progetto apre, infatti, una riflessione sull’importanza del progetto dello spazio pubblico, che comprende anche la componente infrastrutturale. Una pubblica funzione diventa così elemento di ordine, misura e orientamento dello spazio aperto.

Il collettivo Orizzontale -Giuseppe Grant, Margherita Manfra, Nasrin Mohiti Asli, Roberto Pantaleoni, Stefano Ragazzo- si è aggiudicato il “Premio Giovane talento dell’Architettura italiana” per “8 ½” realizzato a Roma. Il progetto consiste nella costruzione mobile di uno spazio pubblico, nel quale l’uso creativo di materiali poveri accentua la freschezza dell’idea. Si tratta di un’architettura polifunzionale che definisce un luogo, facendone spazio di aggregazione e di gioco, attraverso una creazione complessa e matura per linguaggio, forma e funzionalità, che mette in luce la sensibilità dei giovani progettisti del collettivo alle tematiche degli spazi pubblici.

Nella categoria “Opere di nuova costruzione” premiati Roberto Mascazzini e Gino Guarnieri per le “Sei case in linea” realizzate a Sesto San Giovanni (Mi); per le “Opere di restauro o recupero” selezionato lo studio Bergmeisterwolf Architekten – di Gerd Bergmeister e Michaela Wolf – per il la “Cantina Hotel Pacherhof” a Novacella-Varna (Bz).

A “The perfect density” installazione progettata da Migliore + Servetto Architects – di Ico Migliore e Mara Servetto – è andata la menzione d’onore per le “Opere di allestimento o di interni”; mentre  per le “Opere di design” la menzione d’onore è andata a ARIS Architects -Alberto Corrado, Francesca Zalla, Hani Chaouech- per il progetto “Archetipo”.

Una selezione dei progetti premiati confluirà, come nelle scorse edizioni della Festa dell’Architetto, nello Yearbook, una pubblicazione distribuita in Italia e nelle più importanti manifestazioni internazionali quale strumento di divulgazione e promozione della qualità progettuale architettonica.

*Nasce a Catania, dove si laurea in letteratura e storia dell’arte. Nel 2002 si trasferisce a Roma e lavora con produzioni cinematografiche e televisive italiane e estere. Dal 2015 fa parte di Cieloterradesign, magazine e associazione che promuove iniziative volte a diffondere e valorizzare il progetto architettonico e il design. Fonda Sign Press, agenzia di comunicazione e ufficio stampa. Scrive per la carta e per il web, collaborando con varie testate su argomenti che riguardano il mondo della progettazione. Vive e lavora a Roma. Svolge attività di ufficio stampa e consulenza nella comunicazione, con un’attenzione particolare all’arte, all’architettura e al design.

 

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