Piazza Martiri vicino all’Università [di Maria Del Zompo]

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Pubblichiamo l’intervento letto da Maria Del Zompo in Piazza Martiri in occasione della FAIMARATHON Cagliari… tra bianchi colli e piazze svoltasi a Cagliari domenica 12 ottobre un percorso che ha coinvolto 10 piazze della città ed un centinaio di accademici, studiosi, professionisti, intellettuali, artisti che si sono prestati a fare i “ciceroni speciali” per spiegare la bellezza della città del sole (NdR).

L’Università di Cagliari nasce nel 1620 con quattro discipline: Teologia, Leggi, Medicina, Filosofia e Arti e nella seconda metà del 1700 con la costruzione del Palazzo Belgrano, sede attuale del Rettorato, si colloca, non a caso, a due passi da Piazza Martiri, nel pieno centro cittadino. Non sfugga il significato profondo della scelta di far vivere il mondo della cultura a stretto contatto con il cuore pulsante della città, per l’appunto a quattro passi da Piazza Martiri.

Parlare di cultura, e in particolare di Neuroscienze, è oggi particolarmente facile vista la recentissima assegnazione del Premio Nobel per la Medicina del 2014 a tre neuroscienziati: l’anglo-americano John O’Keefe (75 anni), dell’University College di Londra, e la coppia norvegese May-Britt (51 anni) e Edvard Moser (53 anni), entrambi della Norwegian University of Science and Technology (NTNU) di Trondheim. La Fondazione Nobel ha premiato la scoperta che nel cervello esistono cellule specializzate a capire la posizione del corpo e ad orientarsi nello spazio, insomma la prima dimostrazione delle basi cellulari di funzioni cognitive superiori.

Nel 1971 O’Keefe ha dimostrato, con studi di elettrofisiologia, che alcune cellule del cervello si attivano nel momento in cui un ratto si trova in una particolare posizione e altre si “accendono” quando cambia posizione. Inoltre, ha scoperto che queste cellule si trovano in una parte del cervello, chiamata ippocampo e che qui la memoria di un ambiente viene immagazzinata, pronta per essere utilizzata nel momento opportuno.

Ben 34 anni più tardi, la coppia norvegese May-Britt e Edvard Moser, è riuscita a completare la mappa delle cellule coinvolte nella localizzazione corporea. Nel 2005 ha scoperto che le cellule del “Gps del cervello” si trovano soprattutto nella parte inferiore dell’ippocampo, chiamata corteccia entorinale, e costituiscono una sorta di griglia esagonale, all’interno della quale ognuna segue diversi schermi di orientamento. Il risultato è un sistema coordinato per l’orientamento spaziale.

Oggi questa scoperta è considerata di fondamentale importanza sia per sviluppare nuove terapie per quelle patologie degenerative cerebrali, dove le funzioni cognitive superiori sono profondamente alterate, sia nella robotica, dove si possono immaginare robot che camminano in una città, ne memorizzano la mappa e il giorno dopo sono in grado di andare a fare una commissione, come comprarci un giornale, perché sanno ritrovare da soli un’edicola.

Questa breve storia dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che la ricerca di base o fondamentale è quella che permette scoperte apparentemente “non utili” inizialmente, in realtà la base, nei tempi successivi, di scoperte considerate “utili” perché sviluppate dalla ricerca applicata, cioè quella che più si avvicina e risponde alle esigenze della società e sottolinea, ancora una volta, la necessità imprescindibile di sostenere la ricerca di base senza la quale non esiste progresso della conoscenza e non esiste progresso.

Ma torniamo a Piazza Martiri e a Palazzo Belgrano, inteso come sede dell’Università di Cagliari, dove tanti giovani studiosi sardi hanno fatto il percorso culturale che ha permesso loro di raggiungere traguardi importanti, citandovi tra i tanti un grande scienziato, Giuseppe Brotzu, professore di Igiene all’Università di Cagliari e microbiologo. Nel 1941 pubblicò un lavoro dove dimostrava che il cephalosporium acremonium era in grado di produrre un principio antibiotico molto importante e precisava che “Si è voluto riferire (la scoperta)…. nella speranza che altri istituti meglio dotati di mezzi possano giungere ad un progresso maggiore nella selezione del micete, preparazione dell’antibiotico ed estrazione dello stesso” . Altri, dotati di mezzi scoprirono quell’antibiotico e lo chiamarono cefalosporina …….

L’elenco di ricercatori nelle varie discipline umanistiche e tecnologiche che hanno avuto nell’Università di Palazzo Belgrano la sede dei loro studi e delle loro ricerche e che per questo hanno avuto riconoscimenti e apprezzamenti è molto più lungo di quanto comunemente si pensa e sconosciuto a molti. Preservare e migliorare questa realtà soprattutto in periodi di profonda crisi economica, deve essere un obbligo per la società sarda.

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